Il Tirreno

Addio Afo-4

Piombino, altoforno: è il giorno del maxi collasso. A che ora è previsto e la “zona rossa”

di Gabriele Buffoni

	L'Afo-4 (foto Paolo Barlettani)
L'Afo-4 (foto Paolo Barlettani)

Con l’intervento cambierà lo skyline della città: resterà solo da smantellare la base nelle prossime settimane

15 maggio 2024
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PIOMBINO. Tutto dipenderà dalle condizioni meteo e da eventuali imprevisti di cantiere. Se tutto però filerà liscio, oggi (mercoledì 15) alle 15 il conto alla rovescia segnerà l’ora X per l’altoforno di Piombino. L’Afo-4, spento nell’aprile 2014, scomparirà definitivamente dallo skyline della città, cambiandolo per sempre: dell’edificio che fino a oggi ha rappresentato il simbolo del passato industriale di Piombino non resterà che la base a pianta quadrata. La parte più bassa e meno visibile che sarà demolita nelle prossime settimane per portare alla completa liberazione dell’area, un tempo cuore pulsante della produzione dell’acciaio piombinese.

Le modifiche al piano

Oggi a scomparire sarà tutta la sezione più alta dell’altoforno. Si tratta della parte più consistente di tutta la struttura, e anche la più complicata da demolire. L’altezza dell’Afo-4 infatti ha creato non poche complicazioni agli operai della F&R, la ditta incaricata dello smantellamento dell’area (e che in precedenza si è già occupata del capannone convertitori dell’ex area a caldo).

Il progetto iniziale per lo smantellamento dell’altoforno prevedeva infatti una prima decostruzione in quota tramite l’utilizzo di gru telescopiche in grado di superare i 100 metri di altezza e due successivi tagli in sezione (verticali rispetto al terreno) con altrettanti collassi controllati. Molti meno rispetto ai 10 effettuati per gli ex convertitori, ma la lontananza dalle abitazioni e la conformazione dell’area avrebbero comunque permesso l’attuazione di questo piano che, secondo l’iniziale cronoprogramma, doveva attuarsi nella seconda metà di febbraio. Così non è accaduto. Terminato lo smantellamento del nastro trasportatore tutto nel cantiere è sembrato fermarsi per quelle che furono definite «problematiche tecnico-operative». L’ostacolo era rappresentato proprio dall’altezza dei tagli previsti in origine, ritenuti troppo in alto. Così la quota di taglio al corpo principale dell’Afo-4 fu abbassata a 75-80 metri, con la previsione di 4-5 collassi controllati con cui demolire l’edificio. Che sarebbe stato “attaccato” solo dopo lo smantellamento della sacca a polveri laterale.

Un unico maxi-collasso

Ma anche questo secondo piano d’azione è stato alla fine accantonato. Nelle ultime settimane le valutazioni dell’impresa demolitrice hanno portato i tecnici a rimodulare il progetto e a ridurre i collassi a uno soltanto per tutta la parte superiore della struttura.

«Nelle ultime settimane – spiega Francesco Mangani, direttore generale di F&R – abbiamo proceduto con tutti i tagli preliminari necessari al collasso controllato e demolito varie componenti minori dell’Afo-4. Ora siamo pronti. Abbiamo operato più in basso – racconta – tagliando parallelamente al terreno e in modo leggermente inclinato: i due tagli posteriori sono stati eseguiti per intero, mentre i due anteriori sono stati calibrati affinché funzionino come “cerniere” di una porta e facciano in parte ruotare la struttura al momento del tiraggio». In tutto hanno lavorato al cantiere una media di 6 persone al giorno. Mentre oggi saranno utilizzati per le operazioni che innescheranno il crollo dell’altoforno ben sette escavatori, di cui tre di grandi dimensioni: uno per ogni “punto di tiro”, utilizzando cavi costituiti di trefoli di acciaio (come quelli cioè che normalmente vengono utilizzati anche per l’attracco delle navi in porto). Per sicurezza, nella direzione in cui avverrà il collasso (opposta al centro abitato) è stata stabilita una “zona rossa” con una profondità di circa 200 metri. E anche Jsw potrebbe interrompere il traffico dei treni dentro lo stabilimento «anche se la linea ferroviaria – chiarisce Mangani – non è interessata».

La base dell’Afo-4, invece, sarà demolita nelle prossime settimane con due collassi indotti da tagli verticali rispetto al terreno. 

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