Venturina, rapinata nel suo negozio: «Mi ha mostrato la pistola e si è preso tutti i soldi»
Colpito un negozio di abbigliamento in via dell’Unità: rubato l’incasso da 1.400 euro. Debora Pescatore «Ero pietrificata, non mi sono opposta»
VENTURINA. Indagini a tappeto. Un’attività a 360 gradi quella avviata dai carabinieri della compagnia di Piombino. L’obiettivo è quello di individuare l’autore di una rapina a mano armata avvenuta nella serata di giovedì al negozio di abbigliamento Fiorella in via dell’Unità, nel centro di Venturina Terme, al quale il malvivente ha sottratto l’intero incasso. Un bottino di circa 1.400 euro.
Un’impresa non semplice per i militari, dato che manca nell’intera frazione un impianto di videosorveglianza comunale. E anche l’attività risulta sprovvista di telecamere di sicurezza interne. Ma alcuni elementi dai quali iniziare le indagini sono già nelle mani degli inquirenti che si sono messi subito all’opera cercando di sfruttare al massimo la testimonianza della vittima della rapina (la titolare del negozio) e la conoscenza capillare del territorio della Val di Cornia.
Sono le 19,20 di un normale giovedì sera di dicembre. Nel centro di Venturina Terme, in via dell’Unità, non ci sono più avventori da servire e i negozianti rimasti ancora aperti iniziano a mettere a posto la merce e a completare le operazioni di chiusura. Debora Pescatore, 46enne titolare del negozio di abbigliamento Fiorella (fondato dalla madre e diventato uno dei punti di riferimento del commercio della frazione, tanto da aver festeggiato un paio di mesi fa i 50 anni di attività), si prepara per tornare a casa. Rassetta il bancone e apre la cassa per raccogliere i proventi del proprio lavoro rimasti conservati nel registratore. È in quel momento che sente ancora una volta la porta aprirsi di scatto. Non fa in tempo a comunicare la chiusura del negozio che una voce la interrompe. «Dammi tutti i soldi che hai».
Davanti alla donna c’è un ragazzo caucasico con i capelli corti, sui 30 anni, molto magro e vestito con jeans e giubbotto scuri. È a volto scoperto, parla con calma e senza il minimo accenno di nervosismo, in un perfetto italiano. Senza tergiversare, allarga il giubbotto lasciandole intravedere nella tasca interna dell’indumento il calcio di una pistola. «Guarda che faccio sul serio, dammi tutti i soldi» ripete, con freddezza.
Una minaccia più che sufficiente per riuscire nell’intento. «Non so se quella pistola che mi ha mostrato fosse un giocattolo o un’arma vera – racconta la titolare, ancora sconvolta per quanto accaduto – sul momento non mi sono nemmeno posta la domanda. Ero spaventatissima, sono rimasta pietrificata dalla paura: ero rimasta da sola in negozio, stavo per andarmene. Credo che per agire con la sicurezza con cui si è mosso mi stesse osservando già da prima, probabilmente stava aspettando che aprissi la cassa per raccogliere i soldi. Mi sono ritrovata a non sapere a chi chiedere aiuto – prosegue Pescatore – e ho fatto tutto quello che mi chiedeva. È stata questione di pochissimo tempo: mi sono fatta di lato e lui ha arraffato tutto l’incasso, spiccioli compresi, infilandosi tutto in tasca e uscendo dal negozio. Ha fatto tutto senza fretta – conclude – e si è allontanato camminando».
Ripresasi dallo spavento, la titolare del negozio corre alla stazione dei carabinieri per presentare denuncia. Ma per quanto sia passato poco più di un quarto d’ora dall’accaduto, il trentenne autore della rapina è sparito senza lasciare traccia. Da giovedì sera i militari lo stanno cercando con indagini a tappeto su tutto il territorio, ma l’assenza di telecamere di videosorveglianza nella zona non facilita il loro lavoro: gli inquirenti stanno procedendo per rapina a mano armata anche se non ci sono prove che l’uomo abbia utilizzato un’arma vera per spaventare la commerciante e indurla a consegnargli l’incasso. Di certo però, quanto accaduto è un episodio che non ha mancato di destare la preoccupazione di tutti i cittadini.
«In tanti anni non mi era mai capitata una cosa del genere – racconta la titolare del negozio di abbigliamento finito nel mirino del rapinatore – per me Venturina è sempre stata un’oasi felice».