Piombino, il medico non c’è per la mareggiata e la raccolta di sangue si blocca. Il racconto di un donatore solleva il caso
Dall’Asl Toscana nord ovest fanno sapere che sono state comunque garantite le trasfusioni di urgenza per i pazienti critici. L’Avis: «Il problema è organizzativo»
PIOMBINO. Martedì mattina, centro trasfusionale dell’ospedale di Villamarina a Piombino. Fuori infuriano il vento forte e la mareggiata che ha bloccato la quasi totalità dei traghetti per l’isola d’Elba. Compreso quello che avrebbe potuto condurre al mattino il medico trasfusionista da Portoferraio proprio al presidio piombinese. Niente da fare. Così i volontari che si sono presentati come da appuntamento per donare il sangue intero o il plasma restano al palo. «Mi dispiace, per le donazioni bisogna riprogrammare» si sentono dire con tono di scusa dal personale sanitario.
È quanto accaduto martedì 28 novembre. E se anche l’Asl Toscana nord ovest fa sapere che pur in assenza del trasfusionista «è stato possibile assicurare le trasfusioni urgenti ai pazienti critici», è inevitabile che le sacche di sangue da raccogliere quel giorno siano andate perse. Un peccato, in una situazione di carenza generale di sangue negli ospedali. Tra i volontari presenti quella mattina c’era anche Alessio Ricci, 60enne piombinese e donatore storico (fin dalla metà degli anni ’80): una persona, cioè, che ben conosce «l’importanza di questo atto e la necessità di raccogliere quanto più sangue possibile – spiega – quando mi sono trovato in quella situazione, pochi giorni fa, ho sentito tutto il peso di un’occasione mancata. E tutto solo per scarsa attenzione a un servizio che va considerato come un salvavita: sapendo dell’allerta meteo, perché non si è provveduto almeno a un piano B per non perdere i donatori che avevano un appuntamento?». Infatti ogni donatore «ha i propri impegni lavorativi e quel giorno sono stati chiesti permessi per presentarsi a donare. Inoltre, anche per riprogrammare, non è semplice: io ad esempio – conclude – non so se riuscirò a farcela».
Della situazione si è interessata anche l’Avis Val di Cornia. «Purtroppo – spiega il presidente dell’associazione Enzo Gilardetti – è un problema organizzativo: i medici non ci sono e se ci sono non vogliono venire a Piombino. Questo ha portato Villamarina a restare con un solo medico trasfusionista che ogni mattina arriva da Pisa – spiega – ma quando non può deve essere cercato un sostituto. E se in certi casi, come accaduto martedì, capita un imprevisto il centro trasfusionale si blocca. Per questo abbiamo fatto una proposta all’Asl: per garantire le donazioni basta un qualunque medico ospedaliero – conclude Gilardetti – quindi perché non predisporne uno come “riserva”, così che non si corra il rischio di perdere preziose donazioni?