Porto Azzurro

Elba, installa il recinto anti cinghiali ma gli animali entrano lo stesso

di Stefano Bramanti
Elba, installa il recinto anti cinghiali ma gli animali entrano lo stesso

Ancora danni alle vigne dell’azienda agricola Bonaparte di Mola. Gli ungulati sono riusciti a scavare una buca e a piegare i ferri della rete

18 settembre 2023
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PORTO AZZURRO. Duemila euro ad ettaro spesi da Michele Riformato dell’azienda agricola Bonaparte di Mola verso Porto Azzurro. È la cifra pesante che aveva annunciato di recente al Tirreno, in occasione delle segnalazioni riguardanti la vendemmia di quest’anno, ancora in corso in diverse vigne del cosiddetto Scoglio. Ma come mostra la foto che lo stesso viticoltore ha inviato al Tirreno, nemmeno il rinforzo che aveva realizzato per difendersi dai cinghiali, con la cosiddetta elettrosaldata, è bastato a ostacolare gli attacchi degli ungulati. «Certo grandi spese – dice Michele – grandi impegni nel lavoro di un anno per arrivare a raccogliere i nostri grappoli, ma come si vede la forza di queste bestie è notevole e con astuzia hanno scavato il terreno e poi sono riusciti a piegare il ferro molto resistente ed entrare per farmi ulteriori danni. Si potrebbe quasi dire che non c’è difesa. E come ho già ripetuto più volte lo stato è carente di contributi incentivi per noi viticoltori». L’argomento cinghiale si sta trascinando da anni sull’isola, tormentata da questa piaga in quanto sono stimati sul territorio insulare oltre 4000 cinghiali e non bastano le circa 1000 catture l’anno fatte dal Parco tramite le gabbie, disseminate nella macchia mediterranea. Non basta l’azione dei cacciatori con le cacciate programmate d’intesa con la regione Toscana e poi le azioni nei mesi dedicati all’esercizio venatorio. Gli ungulati furono introdotti in una isola d’Elba che ne era priva. Ciò accadde nel lontano 1700 ma verso l’inizio del 1800 furono eradicati perché anche allora provocavano le stesse problematiche. E secondo i reperti storici forniti dal Benini nel 1989, fu proprio il Comitato Provinciale della Caccia di Livorno a favorire le immissioni degli ungulati all’isola, con razze europee molto prolifiche.Si era allora l’inizio del 1960 e secondo molti è stato questo un grave errore che ha portato alle problematiche attuali, per cui molti paesi protestano e con la gente esasperata che si sente prigioniera, alla mercé di questi animali che scorrazzano in cerca di cibo, in particolare nei tempi più recenti di grande siccità, provocando danni continui alle colture ma anche in varie zone dei paesi, mentre cercano di nutrirsi con i rifiuti che a volte si trovano accatastati in sacchi, li rompono e quindi si determinano situazioni di indecenza.
Sono anche pericolosi per le persone e infatti sono noti vari incidenti stradali accaduti, con persone finite all’ospedale, avendo colpito per strada, con auto o motocicli, cinghiali che vagavano nella notte. Nella parte occidentale dell’isola poi il comune di Marciana deliberò intorno al 1970, anche l’introduzione dei mufloni e anche questi animali creano problemi analoghi. Il Parco e tante associazioni ambientaliste invocano le eradicazione totale di questi animali, ma tutto ciò è arduo da realizzarsi e la situazione al momento continua ad essere quella descritta da Michele Riformato dell’azienda agricola Bonaparte e da cronache sui media. 

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