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La Casa rossa torna ristorante ed è a caccia di personale per l’estate

di Cecilia Cecchi
La Casa rossa torna ristorante ed è a caccia di personale per l’estate

Il titolare del locale di Piombino: «L’obiettivo, dopo una stagione, è restare aperti tutto l’anno»

25 marzo 2023
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PIOMBINO. Quindici giorni a Pasqua. Le strutture ricettive, d’accoglienza e di divertimento, si stanno preparano all’avvio della stagione 2023. Perché sia poi tutto pronto al “vero assalto” dei turisti tedeschi, con le prime vacanze lunghe di due settimane, dalla domenica di Pentecoste. È iniziato il conto alla rovescia, anche per l’apertura.

Così alla Casa rossa, ristorante pizzeria, in località Poggio al lupo prenotazioni per il primo aprile. E il titolare, Enrico Taddeucci, come molti colleghi impegnati nella ristorazione, sta ancora cercando figure professionali per completare il gruppo di lavoro. «Sto ancora selezionando personale – conferma – Dopo una prima stagione impegnativa ma bella, vorrei dare lustro a questo locale, farlo conoscere com’era all’inizio. Ho cercato a lungo di potermene occupare e ora che ci sono riuscito mi piacerebbe poterlo tenere di nuovo aperto tutto l’anno, non solo durante la stagione estiva».

Perché è vero che per i piombinesi, e non solo per loro, la Casa rossa discoteca - praticamente a confine tra Piombino e San Vincenzo - di storie potrebbe raccontarne tante. A partire dagli anni Settanta, quando di locali così se ne trovavano nelle grandi città o tipo a Rimini. Poi si sono succedute diverse gestioni , sempre la stessa proprietà.

«Tutto da un’idea di mio padre Vincenzo – racconta Ruggero Capua – che aveva già dato il nome Casa rossa al podere dove abbiamo anche abitato per qualche anno». Podere che poi diventa il locale, per il resto solo strutture in legno. Vincenzo è stato un visionario di quelli che ce ne vorrebbero sempre? «Infatti – risponde Ruggero Capua – il locale iniziò come ristorante-discoteca. La Casa rossa nasce nel ’70 proprio con mio padre. A seguire se ne sono occupate diverse persone Zullo poi Cremisi (storico radiologo di Piombino) nel ’77. Negli anni Ottanta diventa “Il segno dei pesci” . Poi Florio nel ’ 90, Topi nel ’98, Michaelles nel 2007».

Sempre ristorante- discoteca . «Ma la discoteca vera e propria finisce nel 2010» sottolinea Ruggero Capua.

Casa rossa è stata anche il set per scene del film “Acciaio” diretto da Stefano Mordini, la pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Silvia Avallone, ambientato tra le case popolari di Piombino, la fabbrica, e locali che rappresentano un’epoca.

Poi, un’estate dopo l’altra, diversi gestori per il ristorante. «Una struttura che non ho mai perso di vista» riprende Enrico Taddeucci, 52 anni, già titolare del Campeggio Sant'Ignazio e Agricamper La Rosa dei Venti, primo del genere nella provincia di Livorno dal 1987. «Il secondo campeggio Sant’Ignazio c’è dal 2012 – prosegue Taddeucci – e ho sempre pensato che la Casa rossa fosse il degno “prolungamento” delle bellissime opportunità a disposizione nella zona, vista già la vicinanza col golfo di Baratti». Due anni di chiusura per l’emergenza pandemia. La ripartenza con Taddeucci.

«Il primo “locale notturno moderno”, – ricorda Enrico Taddeucci – Casa rossa resta indimenticabile per noi che allora eravamo bambini e che poi l’abbiamo frequentata da più grandi. Il giardino, un’area eccezionale per il ristorante. Così lo scorso anno abbiamo ricominciato pure con serate musicali e piano bar. I campeggi hanno a disposizione al navetta per raggiungere il nostro locale». Il vero problema è prepararsi per la ripartenza estiva. Non si trova personale.

«Dal primo aprile qui sono impegnate 17 persone, tutta la settimana. Come lo scorso anno – conclude Enrico Taddeucci – ci mancano ancora 5/6 figure tra cuochi, aiuto cuochi, camerieri, personale di sala e barman. Con l’obiettivo, appunto, di stare aperti tutto l’anno».


 

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