Il Tirreno

Il caso

Capo Poro, vittoria del Parco al Tar: la Scat deve togliere le recinzioni

di Giuseppe Boi
Capo Poro, vittoria del Parco al Tar: la Scat deve togliere le recinzioni

Nuova puntata della battaglia legale per l’area dell’ex batteria militare: basterebbero «recinzioni poste a ridosso delle singole costruzioni»

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CAMPO NELL'ELBA. Le recinzioni che limitano l’accesso all’area del faro e all’ex batteria militare di Capo Porto vanno rimosse. Così come la Sviluppo campese ambiente turismo società agricola (Scat srl) dovrà effettuare il ripristino dei luoghi ordinato dal Parco nazionale dell’arcipelago toscano (Pnat). Lo ha deciso il Tar della Toscana che ha respinto la domanda cautelare con cui la società campese chiedeva di sospendere l’efficacia dell’ordinanza emessa lo scorso 20 gennaio e la revoca del nulla osta concesso dallo stesso Pnat nel 2018. La decisione, pubblicata ieri, è stata presa mercoledì scorso dal Collegio composto da Eleonora Di Santo (presidente), Pierpaolo Grauso (consigliere estensore) e Silvia De Felice (primo referendario).

L’avvocato della Scat srl, l’amministrativista romano Giuseppe Lepore, ha sostenuto davanti ai giudici che, «l’area in questione è interessata solo da un “inizio di cantiere” –si legge nella sentenza –, con posa della relativa recinzione metallica, deposito dei materiali e delle attrezzature “e poco altro”» e che «la relazione tecnica conferma la natura provvisoria e precaria, senza opere murarie, di semplice realizzazione». Inoltre Lepore ha sostenuto che sia necessario «garantire l’inaccessibilità dei fabbricati onde scongiurare possibili danni a terzi».

I giudici hanno dichiarato infondata quest’ultima richiesta (basterebbero «recinzioni poste a ridosso delle singole costruzioni») e deciso che «la modesta consistenza, in concreto, degli interventi da eseguire non consente di configurare pregiudizi idonei a giustificare» la sospensione dell’ordinanza del Pnat che chiede alla Scat srl «la rimozione del cantiere realizzato nell’area della ex batteria militare e dell’ex ricovero truppe di Capo Poro, oltre al ripristino mediante rimboschimento del percorso utilizzato come deviazione del sentiero pedonale numero 139».

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