Il Tirreno

Le reazioni

Omicidio-suicidio a Castagneto, una comunità sotto choc: «Una coppia splendida, insieme da una vita intera»

di Gabriele Buffoni
Omicidio-suicidio a Castagneto, una comunità sotto choc: «Una coppia splendida, insieme da una vita intera»

I vicini che non riescono a parlare per il dolore: «Lui era un po’ giù per le ultime analisi, ma non depresso»

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CASTAGNETO.  Premendo il pulsante sul citofono il suono del campanello sembra rimbombare nel silenzio del mattino. Interrotto solo dal basso vociare dei carabinieri intenti a piantonare la casa di Bruno Falleni e Rosina Rossi, l’anziana coppia al centro di quello che, per gli inquirenti, ha tutti i tratti di un omicidio-suicidio. «No, guardi, non dico niente. Se li conoscevo? Certo, come tutti. Ma sono ancora sotto choc». La porta si chiude alle sue spalle, mentre lancia un’ultima occhiata alla casa de suoi vicini: un luogo che negli ultimi vent’anni, per tutti i residenti della zona, è sempre stato sinonimo di accoglienza e cordialità. Prima di trasformarsi in un teatro di morte.

«Sono davvero senza parole – commenta Renzo Carli, un altro vicino di casa – erano una coppia splendida, affiatata: insieme da una vita, erano l’anima del vicinato. Mi ricordo che ogni estate il loro giardinetto diventava il ritrovo per tutti gli abitanti del posto. Per bere qualcosa, chiacchierare, mangiare insieme. La moglie di Bruno era anche un’ottima cuoca. Negli ultimi tempi – racconta – i problemi di salute li avevano un po’ acciaccati, lui con la malattia con cui combatteva da tempo e lei con qualche problema di deambulazione. Ma non negavano mai un sorriso a nessuno: dei vicini esemplari».


Via Nemorense, in località Bagnoli, rappresenta una sorta di borgo a sé. Di nuova costruzione, quasi patinato rispetto alla ruvidezza storica del paese di Castagneto Carducci. Una serie di villette e appartamenti a schiera, arroccati sul fianco di una collinetta la cui vista dà direttamente sul borgo medievale del capoluogo comunale. Nel giardino della vicina di Bruno e Rosina guaisce Romeo, il cane della coppia che è stato trascinato via dalla casa subito dopo la scoperta dei cadaveri. «L’ho incontrato anche ieri (mercoledì, nda), proprio a due passi da casa con il suo cane – racconta Guido Scateni – abito poco più a ridosso della strada e spesso ci trovavamo con Bruno in giro con i nostri cani, a passeggio. L’ho visto un po’ più amareggiato del solito, perché gli ultimi esami sanitari non erano rassicuranti – rivela – però depresso no, non direi: nonostante tutto mi ha raccontato che finalmente la moglie durante la notte era riuscita a dormire, dato che da alcuni giorni i vari dolori la tenevano sveglia. Una cosa del genere era inimmaginabile».


Bruno Falleni era livornese di origine ma dalla comunità di Castagneto era stato di fatto adottato. Tanto da essere considerato «un castagnetano doc – assicura Roberto Callaioli, ex vicesindaco e storico ex presidente del locale circolo di cacciatori – ormai sono più di cinquant’anni che vive qui con la moglie: avevano insieme anche un’attività, prima ancora lui lavorava a Donoratico. E lei fa parte di una famiglia storica: suo padre Ario detto “della Fontaccia”, dal quartiere dove vivevano, era un personaggio storico della nostra comunità. Loro come coppia poi – ricorda Callaioli – hanno sempre partecipato attivamente alla vita di paese: me li ricordo a seguire per vent’anni la Pallavolo Castagneto, dove giocavamo sia io che il figlio Luca, ma poi nel tempo sono sempre rimasti attivi nelle feste e nelle iniziative di paese. Bruno, come il suocero Ario, è stato anche per anni nell’Arci Caccia locale: un uomo buono e sempre con la battuta pronta. Mai si era fatto abbattere, neppure dalla malattia. Un fatto del genere – conclude – lascia davvero una profonda sensazione di sconforto».
 

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