Un grande outlet al posto della centrale Enel di Piombino
Saranno dimesse le ciminiere a due passi dal mare: il progetto, ambizioso, è quello di costruire un centro commerciale e di raddoppiare l'Oasi Wwf
PIOMBINO. Prima il grigio del fumo e l’arancione delle colate di acciaio, adesso il verde delle oasi Wwf e i colori delle grandi marche del commercio: Piombino sta cambiando volto.
E accanto all’arrivo di Cevital, che fa ripartire la Lucchini senza il vecchio e inquinante altoforno e porta anche logistica e agroalimentare, il simbolo del “new deal” del promontorio è la centrale Enel di Tor del Sale. Quelle due alte ciminiere, visibili da chilometri e affacciate sulla bianca spiaggia della Costa Est sono sempre state il simbolo di una città incastonata fra tante perle del turismo, ma votata essenzialmente all’industria.
Adesso però la centrale, ferma da anni e quindi non più strategica per Enel, così come altre 22 in tutta Italia, è in fase di dismissione. «Sono centrali – scrive Enel sul sito dedicato www.futur-e.enel.it – che non producono già da diversi anni, spiazzate anche nel ruolo di capacità di riserva e che non potrebbero tornare a produrre nemmeno se la domanda elettrica aumentasse notevolmente. Si tratta, perciò, di impianti che hanno esaurito il proprio ciclo di vita e la propria funzione».
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Da mesi, con una serie di navi cisterna, si stanno svuotando gli enormi serbatoi di olio combustibile: tre sono già vuoti, il quarto lo è per metà. Così Enel, insieme al Comune di Piombino, sta portando avanti un progetto rivoluzionario, destinato ad essere quello pilota. «Un progetto in cui credo tantissimo – ci spiega il sindaco Massimo Giuliani – che trasformerà un sito industriale inquinante in un’oasi ambientale e che, grazie ad alcuni imprenditori del commercio, garantirà numerose centinaia di posti di lavoro».
Gli imprenditori disposti ad investire hanno in progetto di portare in Costa Est un “mall”, un centro commerciale che ospiterà decine di negozi di grandi marche e che garantirà, oltre all’occupazione, un flusso di arrivi nella zona imponente e non solo dalla Val di Cornia. Qualcosa di simile in Toscana esiste già ad Incisa Valdarno ed attrae clienti da mezza regione. «La partenza è la bonifica del sito – spiega ancora il sindaco –. Abbiamo avuto numerosi incontri con il ministero dell’Ambiente perché la centrale è un Sin (sito di interesse nazionale da bonificare, ndr). È chiaro che, perché tutto il progetto stia in piedi, deve essere fattibile in un paio d’anni, gli investitori privati non possono attendere molto di più. Però potrebbe cambiare il volto della città. Enel ci crede moltissimo, tanto che ha presentato il progetto-Piombino ai suoi duecento top manager. Contano di esportarlo in altre zone d’Italia e anche in impianti in dismissione che hanno all’estero».
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Se il ministero dell’Ambiente darà il via libera alla bonifica in tempi certi, la centrale verrà in parte abbattuta, al posto delle torri attuali che ospitano i gruppi di produzione, alte 36 metri, ci saranno strutture in legno alte solo 6. Resterà solo una parte, una sorta di archeologia industriale a ricordare che, un tempo, lì si producevano 1280 megawatt bruciando gasolio. «Il progetto parte dall’ambiente – spiega ancora Massimo Giuliani –. La centrale è proprio a fianco dell’oasi Wwf di Bottagone che contiamo di raddoppiare. Dove ora ci sono i depositi di carburante ci verrà un laghetto. E l’area ospiterà un laboratorio ambientale permanente a disposizione delle scuole».
Poi c’è il centro commerciale, solo per grandi marche, che grazie ai privati rende sostenibile tutta l’operazione e avrà bisogno di moltissimo personale.
«Gli imprenditori sono stati trovati dalla stessa Enel e anche loro credono molto nel progetto. Alla fine la cubatura sarà meno di un quarto di quella attuale, tutta bassa e realizzata interamente in legno, anche l’impatto visivo sarà ben diverso. Siamo in riva al nostro splendido mare, credo che l’operazione possa portare solo benefici alla nostra città. I numeri relativi alla potenziale occupazione sono altissimi e a questa va aggiunta la forte attrattività che avrà la struttura e che porterà un grande movimento nella nostra zona».
La nota dolente è il futuro degli attuali ottanta dipendenti Enel (35 turnisti e 45 giornalieri) che lavorano ancora alla centrale. La trattativa con i sindacati e in corso e alcuni di loro, su base volontaria, hanno deciso di trasferirsi in quella di Santa Barbara, a Cavriglia, in provincia di Arezzo. Non è proprio dietro l’angolo, sono oltre 200 km. Altri andranno in pensione, altri ancora saranno ricollocati in altre strutture, anche nella vicina Larderello.