Faraoni (Pd) insiste: «Concordia a Palermo»
PIOMBINO. Una parte del Pd insiste per portare il relitto della Concordia a Palermo. Il deputato Davide Faraone presenterà un’interrogazione parlamentare con questa finalità. «I tempi di rimozione...
PIOMBINO. Una parte del Pd insiste per portare il relitto della Concordia a Palermo. Il deputato Davide Faraone presenterà un’interrogazione parlamentare con questa finalità. «I tempi di rimozione del relitto dalle coste toscane prevedono un possibile spostamento per ottobre 2013, data entrola quale il porto di Piombino non sarà pronto a ospitarlo, nè ad avviare le operazioni di smaltimento. A Palermo, invece,strutture ed addetti possono già operare. Il porto di Piombino dovrebbe affrontare lavori compresi tra i 90 e i 140 milioni per adeguare il sito alle operazioni di smaltimento che,comunque, non si avvierebbero nei tempi previsti. Spostare le operazioni a Palermo - conclude Faraone - ritengo sia unadecisione di buonsenso, che eviterebbe un ulteriore e pesante costo. Mi auguro finisca al più presto il tentativo di trasformare questa vicenda in una guerra tra gli operai di un porto o dell'altro e la politica scelga in termini di efficienza e risparmio».
Di tutt’altro avviso la parlamentare Pd Silvia Velo per la quale quella siciliana non sarebbe un’ipotesi praticabile mentre Piombino rappresenterebbe «la scelta più autorevole. Nel valutare la migliore sede possibile è prioritario tenere conto della distanza del Giglio dal porto prescelto», afferma Velo, che spiega : «L’idea di un relitto che viaggia per il Mediterraneo non è accettabile, né per sicurezza né praticità».
Un invito al presidente Enrico Rossi ad andare avanti e difendere la scelta di Piombino, arriva da Rifondazione comunista. «Dietro le soluzioni prospettate - afferma - si muovono potenti lobbies la prima delle quali è quella della società Costa, multinazionale armatrice. La Costa, naturalmente, ha interesse a risparmiare su tutte le operazioni. Se potesse trasporterebbe volentieri la nave in Turchia o in Pakistan per poter procedere senza nessun controllo né sulla demolizione né sulla bonifica del relitto né sul lavoro degli addetti. Non stupisce neppure - aggiunge - che il là a questa pericolosa tentazione venga dato dai grillini. Stanno imparando bene a muoversi tra i gruppi di pressione che circondano il Parlamento e a redigere odg in stretto politichese, nel disprezzo per le ragioni della Toscana , dell’industria e del lavoro. E’ buona regola stabilire che i costi del disastro siano pagati nel territorio che li ha subiti e il porto di Piombino è il più vicino e dà più garanzie che il rimorchio del relitto non incorra in “spiacevoli incidenti” nella tratta. Il fatto che a Piombino insista ancora un grande polo siderurgico dà garanzie di sinergie ampie».