“Città futura”, altri studi e stop al bando

di Katia Ghilli

Modifiche al progetto di bonifica, nel mirino le tecniche per effettuare il ripristino di oltre 350mila metri quadrati

06 febbraio 2012
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PIOMBINO

L’amministrazione comunale sta apportando, in queste settimane, una serie di modifiche al progetto definitivo di bonifica di “Città futura” che prevedeva sia il riutilizzo del terreno sotto lo strato di scorie che il riuso di quest’ultime, dopo un trattamento di lavaggio. Nel mirino sono finite le tecniche per effettuare il ripristino morfologico dell’area industriale.

Per integrare gli studi fin qui compiuti, è stato anche affidato un ulteriore incarico esterno (per circa 2mila euro) finalizzato all’elaborazione d’una serie di nuove tavole grafiche. Tavole che serviranno a definire meglio i dettagli d’un progetto che deve restituire al tessuto urbano oltre 350mila metri quadrati di superficie occupata non solo dal cantiere Siderco ma anche da alcuni capannoni industriali.

A causa dei nuovi approfondimenti, l’assessorato ai lavori pubblici ha deciso d’interrompere la pubblicazione del bando di gara per l’affidamento dei lavori di recupero del suolo. Uno stop che non sarà di lunga durata ma necessario affinché quelle aree possano essere riutilizzate per la nascita di nuovi spazi produttivi e, di conseguenza, di nuovi posti di lavoro.

Per capire l’importanza del progetto, c’è da dire che la base d’asta del bando (di preavviso) che si è deciso di stoppare oscillava tra gli 11 e i 12 milioni di euro, soldi che arriveranno dal ministero dell’Ambiente, sulla base di accordi già conclusi. E che sono destinati per la realizzazione d’impianti di lavaggio e trattamento delle scorie.

Sempre in tema di bonifiche, spostiamoci in un altro luogo che è stato ripulito dagli inquinanti. È il sito LI053, ovvero la vecchia discarica Lucchini che fino a non pochi anni fa ha ospitato i rifiuti dello stabilimento siderurgico.

Circa un mese fa, il dipartimento dell’ambiente e territorio della Provincia ha certificato la realizzazione dei piazzali delle aree B e B1 di questo sito attraverso l’utilizzo della miscela catalizzata Pavital, sottoposta ad una serie d’indagini anche da parte di Arpat.

L’esito è stato positivo per questa parte di bonifica, ma la Provincia ha chiesto indagini supplementari per sapere se il progetto di recupero di una porzione di quest’area è stato raggiunto. L’attenzione rimane alta sul recupero della vecchia discarica, sul cui tetto la Lucchini voleva installare un impianto fotovoltaico. È l’altra faccia della presenza massiccia d’industrie sul nostro territorio: un recupero ambientale piuttosto lungo e sottoposto a una serie di vincoli e controlli.

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