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Uniport, un'esperienza decennale nel traffico commerciale marittimo

Uniport, un'esperienza decennale nel traffico commerciale marittimo

Dal rizzaggio al controllo merci, il team di Uniport, cooperativa attiva sul porto di Livorno, assiste i clienti a 360 gradi

07 giugno 2024
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Testo a cura di Manzoni&C S.p.A


Dal carico e scarico navi allo stivaggio della merce e molti altri servizi: dal 2014 Uniport si prende cura di tutto ciò che passa dal porto di Livorno. L'attività svolta dalla cooperativa, pertanto, è a supporto del terminal della banchina toscana.

Uniport rappresenta l'eccellenza nel settore delle operazioni portuali, offrendo servizi di carico e scarico navi, di stivaggio mere e rizzaggio, senza dimenticare i carichi eccezionali ai terminalisti del porto toscano. Pur avviata nel 2014, la realtà vanta un'esperienza molto vasta: è nata, infatti, nel 1989 come Unicoop. Diventata poi cooperativa nel 2014, nel corso di tre anni ha raddoppiato il proprio fatturato medio e ampliato la forza lavoro di oltre 70 persone. Una crescita, questa, che va di pari passo con il porto di Livorno: qui, infatti, il numero delle navi in entrata e dei relativi volumi sono in costante e sensibile aumento.

La realtà, con sede operativa in via Donegani, nel corso degli anni si è trasformata e modificata profondamente, dimostrando dinamismo ed estrema flessibilità: a seguito della specializzazione del porto di Livorno nel traffico di ro-ro – le  “autostrade del mare” – Uniport ha evoluto le proprie competenze per venire incontro alle nuove metodologie di lavoro.

Uniport è oggi una cooperativa che opera al suo interno con una politica orizzontale, in cui un insieme di persone assolve il proprio incarico tramite un continuo confronto reciproco di gruppo; inoltre, l’assemblea dei soci si incontra ogni volta che deve essere presa una decisione importante per il futuro dell’azienda. Ciò significa che la realtà guarda molto alla mutualità dei soci e, soprattutto, al ricambio generazionale. “Lavoriamo molto su questi fattori perché puntiamo a dare continuità e a risultare attrattivi, sia in funzione dei soci sia dei posti di lavoro che offriamo”,  spiega il presidente della realtà dal 2019, Jari De Filicaia.

Gli addetti in totale sono 136, ognuno con una specializzazione variegata (dalla smarcatura dei container all'utilizzo dei mezzi meccanici, fino ai lavori manuali).

Il lavoro del team di Uniport è incentrato sulla filosofia della specializzazione, come rivela De Filicaia: “Lavorando in funzione delle commesse dei nostri committenti, noi cerchiamo sempre di intercettare i cambiamenti di settore, che sono tanti, e di migliorarci”.

La varietà dei servizi offerti

Ma cosa comprende il pacchetto di servizi di Uniport? In primis il personale – composto da carrellisti, rallisti e operatori bigo – si occupa delle operazioni di rizzaggio e derizzaggio a bordo delle navi (carico/scarico merci). Lo stivaggio merci, inoltre, prevede l'occupazione del piano di carico e il completamento di tutte le operazioni di imbarco; nel caso di carichi eccezionali, il personale è pronto a intervenire attraverso attività di carpenteria e rizzaggi di sicurezza in loro tutela. Un tipo di operazione, questa, che viene effettuata per macchinari, sostanze, pezzi industriali e veicoli di notevoli dimensioni e peso con specifiche esigenze. Per i traghetti in partenza e in arrivo verso il porto, Uniport si occupa anche delle operazioni di rallaggio: per queste si utilizzano delle ralle di proprietà dell'impresa, che vengono guidate da personale qualificato.

Infine, il team di Uniport si occupa del controllo e dello stoccaggio delle merci nel momento in cui i camion vengono intercettati dagli addetti al controllo.

Tra i punti di forza che hanno permesso a Uniport di affermarsi e di dimostrarsi un partner affidabile vi sono, in primis, l'alto livello di preparazione e di professionalità acquisito nel corso degli anni, insieme alla duttilità dei lavori che il team svolge quotidianamente. “La flessibilità è una qualità imprescindibile – sottolinea il presidente De Filicaia – per chi lavora nei porti, e su questo abbiamo dei numeri invidiabili”.

Conta molto anche la capacità di adattamento ai mutamenti del mercato, “che, ormai, nel nostro mondo sono molto veloci”, e aver saputo garantire i servizi offerti: “ad esempio, nel giro di 4-5 anni le stesse navi sono cresciute di dimensioni, è stato un cambiamento che ha aumentato i volumi e accorciato i tempi a nostra disposizione. Questo è stato un tema su cui abbiamo lavorato molto, riuscendo infine a rispondere alle nuove esigenze”, rimarca. Infine, la forza lavoro è il vero asso nella manica: “Questo per noi è l'elemento più importante – rivela – in quanto i nostri dipendenti rispondono egregiamente ai nuovi bisogni e sono sempre pronti a specializzarsi e a innovarsi”.

Le conseguenze del blocco del canale di Suez

Nonostante il successo di questi anni, il presidente De Filicaia non nasconde le proprie preoccupazioni per alcuni traffici commerciali che riguardano tutti i porti italiani a seguito delle tensioni nel Mar Rosso. La crisi del Canale di Suez ha delle dirette conseguenze sulla regolarità dei rifornimenti, sui tempi di navigazione delle merci e sui costi di trasporto, che inevitabilmente si dilatano.

Infatti, dal Canale di Suez passa circa il 40% del traffico commerciale marittimo – che corrisponde a 154 miliardi di euro – ma questo valore a causa degli attacchi alle navi da parte degli Houthi è diminuito di oltre un terzo. La crisi colpisce maggiormente l'import italiano: il Belpaese si appoggia al Canale di Suez per il 16% delle importazioni italiane, specie per i settori dell'automotive, della moda e dell’alimentare.

"Soprattutto nella prima parte dell'anno abbiamo registrato una leggera flessione – commenta il presidente – e c'è preoccupazione per alcuni traffici, visto che i porti italiani, per la loro posizione nel Mar Mediterraneo, stanno vivendo una situazione complessa".

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