Pescia, Verallia al top per l’ambiente. «Investiamo sulla decarbonizzazione»
Allo stabilimento delle Macchie di San Piero una tappa dei “cantieri della transizione ecologica”
Pescia La campagna “I cantieri della transizione ecologica” di Legambiente fa tappa in Toscana, regione leader nella raccolta differenziata del vetro e inserisce lo stabilimento di Verallia Italia, a Pescia, tra gli esempi più avanzati a livello nazionale nell’ambito di riciclo, innovazione, riduzione di emissioni e consumi energetici.
Verallia, leader europeo e terzo produttore mondiale di imballaggi in vetro per bevande e prodotti alimentari, con 11mila dipendenti distribuiti in 35 stabilimenti presenti in dodici Paesi, di cui 250 alle Macchie di San Piero, si è posto un obiettivo ambizioso: ridurre del 46,2% le emissioni di CO2 entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019. Il percorso è stato già avviato con decisione: la riduzione ha raggiunto il 24,7%, nonostante l’avvio di nuovi forni tra il 2019 e il 2025, a testimonianza dell’efficacia delle soluzioni tecnologiche introdotte. «Il vetro è un materiale unico, che si ricicla all’infinito – ha detto Marco Ravasi, amministratore delegato di Verallia Italia e presidente di Assovetro nell’ambito della conferenza stampa ospitata all’interno dello stabilimento pesciatino – la realizzazione del nuovo forno di Pescia rappresenta un passo strategico per la nostra azienda e per il territorio, ma occorre una seria pianificazione strategica anche da parte del Governo. Il vetro è l’unico materiale sostenibile e tutte le grandi aziende stanno facendo investimenti in questo senso. Noi abbiamo investito in tecnologia e responsabilità, creando valore condiviso: riducendo fino al 12% il combustibile fossile che equivale a una riduzione di emissioni di circa 7,8 kton di CO2 l’anno e generando opportunità di lavoro a persone e imprese locali».
Nel 2024 secondo i dati Coreve (Consorzio per il riciclo del vetro), l'Italia ha raggiunto un tasso di riciclo dell'80,3% e la Toscana è arrivata al 96,5%. «La transizione ecologica – ha aggiunto Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – passa anche attraverso la decarbonizzazione della filiera industriale del vetro. Se da una parte è vero che il vetro è uno dei materiali riciclabili all’infinito, dall’altra parte occorre ricordare che oggi una delle grandi sfide degli impianti che trattano questa materia prima è quella di essere meno energivori e più sostenibili. Ciò è possibile investendo e utilizzando i rottami di vetro, ma al tempo stesso puntando su innovazione e tecnologia di ultima generazione come dimostra lo stabilimento di Pescia».
Nell’impianto, attivo dal 1976 e che funziona a ciclo continuo 24 ore su 24, il vetro frantumato, proveniente da scarti di fabbricazione e dalla raccolta differenziata del vetro, viene e miscelato con altre materie prime complementari: 72% sabbia, 13% carbonato di sodio, 11% carbonato di calcio e 4% di componenti vari per la colorazione del vetro. I forni riscaldano la miscela di materie prime solide a una temperatura superiore a 1500 gradi per circa 24 ore in modo da rendere perfettamente omogeneo il vetro fuso e consentirgli di raggiungere, attraverso i canali di condizionamento termico, le macchine formatrici in cui si trovano gli stampi. «A differenza dei forni tradizionali in cui si utilizza gas metano con aria atmosferica, il nuovo forno utilizzando direttamente ossigeno riesce ad eliminare l'emissione di azoto – ha spiegato Mattia Papini, direttore dello stabilimento, illustrando tutte le fasi del processo produttivo – inoltre il nuovo forno ha permesso l’assunzione di circa un centinaio di persone, permettendo miglioramenti nella qualità della vita nel territorio, l’inclusione e coesione sociale, garantendo opportunità per giovani delle zone limitrofe allo stabilimento e una continua formazione e crescita di competenze».
