Giordano Bruno Guerri al vertice della Fondazione Carlo Collodi
Il consiglio generale dell’ente ha scelto l’intellettuale come presidente
Pescia È Giordano Bruno Guerri il nuovo presidente della Fondazione nazionale Carlo Collodi. Stimato intellettuale, storico, saggista, giornalista e accademico italiano, tra i suoi attuali incarichi ci sono quelli di presidente e direttore generale della Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani” e di direttore generale di “GardaMusei”. La nomina è avvenuta nella seduta del consiglio generale della Fondazione, che si svolta nella mattinata di venerdì 12 dicembre e che ha espresso anche un nuovo segretario nella persona del consigliere Daniele Rossi. Non sono stati sostituiti, invece, i quattro membri a vita vacanti nel consiglio generale né i nuovi revisori dei conti. Ragione per la quale è stato probabilmente ritenuto opportuno rinviare la discussione degli altri punti all’ordine del giorno (numerosi e parecchio controversi) alla prossima seduta (non ancora fissata).
Al momento, dunque, l’unico punto certo è il cambio al vertice, che giunge quasi alla fine di questo annus horribilis per la Fondazione e il Parco di Pinocchio (proprietaria del parco dedicato al burattino, e che gestisce anche Villa Garzoni e il suo parco) finiti più volte sull’orlo del baratro e che hanno rischiato il fallimento: un disavanzo superiore ad un milione e 300mila euro tra debiti con l’Agenzia delle Entrate per oltre 200mila euro sulle ritenute acconto Irpef dipendenti, contributi previdenziali Inps, premi assicurativi Inail, rate di mutui, riduzione media del 15% negli incassi per gli ingressi ai parchi, un indebitamento con le banche di quasi un milione e mezzo di euro e, ancora, conflitti col Comune di Pescia per oltre 700 mila euro di Tari non pagata cui, è seguito il pignoramento dei conti. Infine il miraggio del progetto “Newco” per uscire dall’impasse dell’indebitamento con l’ingresso di alcuni soci privati come Costa Edutainment spa e il gruppo lombardo Fbh (famiglia Bertola), già proprietario di Villa e Giardino Garzoni.
Da quando il collegio dei revisori ha reso manifeste le condizioni patrimoniali della Fondazione, alla fine del mese d’agosto, con un indebitamento tale da essere insostenibile con i flussi di cassa della gestione del Parco, non è intervenuta nessuna ricapitalizzazione (così come auspicato) né nessuna cessione di ramo d’azienda ai privati (sebbene il punto fosse in discussione ieri il contratto d’affitto non c’era ancora). Secondo indiscrezioni, la Costa Edutainment – che nella seduta di ieri non era presente – starebbe ripensando il proprio ruolo all’interno del progetto, riducendo la propria disponibilità a soggetto gestore del Parco, a fronte di una perizia del bene. Insomma non è ancora chiaro chi condurrà effettivamente l’operazione di salvataggio ovvero chi pagherà i debiti ricostituendo la liquidità della Fondazione, da cui discende anche il futuro dei dipendenti.
Prima di accettare di ricoprire l’incarico della presidenza Giordano Bruno Guerri ha chiesto ai privati di assumersi degli impegni concreti? Forse. Quello che è certo è che ad oggi non sono presenti atti che illustrano nel dettaglio il processo di risanamento della Fondazione. Il timore più grande è che Pinocchio possa lasciare Collodi, magari in cerca di altri contesti territoriali maggiormente valorizzanti. Vorrebbe dire tradire l’intuizione geniale che nel 1956, con la creazione del primo parco tematico d’Italia, diede una patria a un personaggio di fantasia, che da quel momento tutto il mondo associò al paese.
