Il Tirreno

Montecatini

La scuola che verrà

Accorpamenti scolastici in Valdinievole, si decide. «L’obiettivo è difendere l’agrario»

di Luca Signorini

	L'ingresso e il piazzale dell'istituto agrario di Pescia (foto Nucci)
L'ingresso e il piazzale dell'istituto agrario di Pescia (foto Nucci)

Convocata la Conferenza zonale dell’istruzione sulla scelta dei tagli imposti dal Governo

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Valdinievole Giorni seri per il mondo della scuola in Valdinievole. In ballo ci sono gli accorpamenti scolastici che questa volta non sono più un rischio ma una certezza in seguito al monito che il ministero all’Istruzione ha rivolto alla Regione Toscana, costretta col mal di pancia al suo via libera dopo due rinvii sotto lo spettro di provocare un danno erariale e dunque un taglio ai trasferimenti statali per violazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sperando poi nella pronuncia della Corte Costituzionale che porti a ritrattare la sforbiciata, alla quale Firenze si è appellata. E così la politica e gli uffici che la assistono lavorano per scongiurare la perdita dell’autonomia dell’istituto agrario Anzilotti di Pescia, che è da salvare a tutti i costi visti la storia e le peculiarità. Dando per scontata la fine certa degli istituti comprensivi già nel vortice del ridimensionamento da un paio di anni a questa parte, sotto precisi requisiti (meno di 400 alunni nelle scuole di comuni interamente montani, meno di 600 nelle altre).

Il futuro dell’agrario

Nella Conferenza zonale dell’istruzione convocata per domani si prevede burrasca. La scelta va comunicata a Roma entro fine mese e ancora prima va presa la decisione, sull’aut aut contenuto in una lettera del ministero datata 27 ottobre, cioè l’altro ieri. È una corsa contro il tempo. L’Anzilotti (458 studenti) è la grana maggiore da risolvere. Così il sindaco di Pescia Riccardo Franchi: «Ne discuteremo coi sindaci e con la Provincia di Pistoia, ma dobbiamo cercare di evitare questa perdita di autonomia, dobbiamo trovare il modo di sostituire questo accorpamento con un altro». Va avanti: «Il Governo è stato chiaro: vanno fatti questi tagli. Per noi è una scelta sbagliata in partenza, ma è imposta. Siamo contrari, se togli un dirigente scolastico e un dirigente amministrativo (dsga) non è che risolvi il problema della scuola. E inoltre gli accorpamenti non si fanno sui numeri, ma è necessario conoscere ogni specificità, il territorio, il bacino di utenza». L’agrario d’ufficio potrebbe essere destinato a finire insieme al liceo Lorenzini, sempre a Pescia, scuola che offre tutt’altro tipo di preparazione. Ipotesi sempre in piedi sono quelle della fusione con l’alberghiero di Montecatini o con lo stesso istituto agrario di Pistoia. Ma, come si diceva, si prova ad evitare del tutto la perdita dell’autonomia, mettendo sul piatto qualcos’altro.

Gli altri già spacciati

A quanto pare non ci sarebbero margini di manovra, e comunque il puzzle provocherebbe meno caos, per quanto riguarda per esempio la fusione dei vicini istituti comprensivi Ferrucci di Larciano (586 alunni) e Berni di Lamporecchio (531). «Un’eventualità che sembrerebbe già digerita dai Comuni e dalle scuole interessate», dice l’assessora all’istruzione di Montecatini e presidente della Conferenza zonale, Jessica Zucconi. Meno accettato (e accettabile) il futuro che attende il comprensivo Salutati-Cavalcanti di Buggiano (655 iscritti), che se fosse per un mero tratto di penna andrebbe fuso con lo Iozzelli di Monsummano (713). «Lo scorso anno venne proposto l’accorpamento con il circolo di Ponte Buggianese e Chiesina Uzzanese, da vedere se l’intendimento resta quello». Per Zucconi questa volta «gli accorpamenti non sono rinviabili, e se non troviamo una quadra deciderà la Regione». Il summit di domani è questione di sopravvivenza.

«Noi fuori dalle scelte»

Secondo Gian Michele Mostardini, segretario generale della Cisl Scuola Toscana Nord, i professionisti del mondo scolastico sono ai margini delle decisioni.

«I diretti interessati fintamente vengono consultati, se non in fase marginale – sostiene il sindacalista – decide la politica, senza alcuna competenza, con logiche distanti anni luce dalle esigenze del mondo della scuola. E infatti, alla vigilia di questo dimensionamento così drammatico e importante, si paventano alla porta delle decisioni alcune ipotesi mostruose».

«Se proprio si deve fare questo dimensionamento - aggiunge - facciamolo con le competenze necessarie. Fate scelte razionali, congrue con il buon andamento del processo educativo, con la fattibilità dell'offerta formativa e non generate ulteriori “mostri”». l


 

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