Smog in Valdinievole, tornano i divieti: stop a camini e stufe
Fino al 31 marzo in vigore l’ordinanza che vieta l’accensione di falò e l’uso della legna per scaldare casa o per cucinare
MONTECATINI. Ci risiamo, è quel periodo dell’anno che, guardando il cielo, è difficile scegliere cosa augurarsi. Certo, è autunno, e le piogge fanno parte, o dovrebbero far parte, del paesaggio in questo periodo dell’anno. Il problema e che quando arrivano sono piogge ben diverse da quelle cui eravamo abituati in passato: magari, a conti fatti, alla fine la quantità di acqua caduta è la stessa, solo che invece di essere diluita in un arco di tempo più lungo si concentra in precipitazioni di poche ore, con conseguenze imprevedibili ma immaginabili.
Un assaggio di questa situazione, in Valdinievole, lo abbiamo avuto appena pochi giorni fa, con un violento nubifragio cui sono seguite giornate di sole dal “sapore” quasi primaverile. Quindi bisogna augurarsi un cielo sgombro da nubi? Nemmeno quello, e non solo perché sarebbe una condizione innaturale per questo periodo dell’anno, ma anche perché quello stato di cose favorisce un altro pericolo, magari meno visibile, ma non per questo meno insidioso. Un pericolo che ha un nome che sembra un codice: Pm10. Sono le microparticelle che aleggiano nell’aria e che finiscono per arrivare ai nostri polmoni. Insidiose, magari non quanto le loro sorelline minori (ma decisamente più pericolose, perché ancor più piccole) Pm 2,5, ma che comunque devono essere tenute d’occhio, per la nostra salute e anche per la normativa, visto che il superamento dei limiti comporta una serie di provvedimenti, alcuni già scattati in “via preventiva”.
Come ogni anno da un po’ di tempo a questa parte, infatti, è scattata l’ordinanza che coinvolge tutti i comuni della Valdinievole e della Piana Lucchese che, seppur divisi in due province, rappresentano un unicum da un punto di vista territoriale. Un’area che, proprio per la sua conformazione fisica, chiusa da valli su ogni lato, rappresenta una delle aree più inquinate di tutta Europa. Un dato certificato dalle centraline di rilevamento dell’Arpat e in particolare una, quella che fa fede, ossia quella di via Piaggia a Capannori.
Dal primo novembre è entrata in vigore l’ordinanza, che resterà attiva fino al 31 marzo, che pone una serie di divieti per mantenere i livelli di concentrazione del Pm10 nei valori limite di legge. Nel dettaglio le regole sono quelle adottate anche negli inverni degli anni passati: divieto di accensione di fuochi all'aperto, compreso l’abbruciamento di resti vegetali, e vietato l’utilizzo dei generatori di calore alimentati a biomasse con classe di prestazione inferiore alle “3 stelle” (tranne che i casi in cui legna e simili rappresentano l’unica fonte di riscaldamento). Insomma, vietati caminetti e stufe, nonché lo smaltimento degli sfalci vegetali attraverso i falò, abitudine caratteristica di questa stagione di raccolta di olive, spesso accompagnata (usanza consolidata anche se dal punto di vista agronomico discutibile in questo periodo) da potature e dalla necessità di eliminare le ramaglie. Questi divieti valgono al di sotto dei 200 metri di altitudine (per dare un’idea, nel caso di Montecatini grosso modo a metà di via Riaffrico).
Inoltre è introdotto il limite di 18° per le temperature medie nelle abitazioni, negli spazi ed esercizi commerciali, nei pubblici esercizi e negli edifici pubblici (fatta eccezione per le strutture sanitarie) e l'obbligo di chiusura delle porte di accesso al pubblico degli esercizi commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande e degli edifici con accesso al pubblico.
Il limite da non sforare, quotidianamente, è quello dei 50 µg/m³ (microgrammi per metro cubo) di Pm10, con due variabili: non bisogna superare quel limite per 35 volte nell’arco dell’anno (in quel caso scatterebbero le procedure di infrazione europea e relative sanzioni, cosa che avviene ormai con una certa regolarità, e poi occorre tenere d’occhio l’altro indicatore, quello che potrebbe portare a misure più restrittive, il cosiddetto “Icqa”, che tiene conto degli sforamenti registrati negli ultimi sette giorni e delle previsioni meteo sfavorevoli: se si arriva a “quota 7” scatta il cosiddetto livello 2, che comporterebbe limitazioni più restrittive rispetto a quelle dell’ordinanza del primo novembre, in particolare con l’introduzione di limiti alla circolazione dei veicoli più vetusti.
Al momento, piccola buona notizia, la situazione appare meno critica rispetto al passato. Guardando agli sforamenti complessivi registrati nel 2025 al momento siamo a 8 (concentrati fra gennaio e febbraio), il dato più alto di tutta la Toscana, ma comunque ben al di sotto dei 27 toccati, quando eravamo questo momento dell’anno, nel 2024.
Sul “fronte Icqua”, al momento siamo al “valore 2”, in base esclusivamente dalle previsioni per i prossimi giorni. Segnali buoni, ma la battaglia contro lo smog e le sue conseguenze è ben lungi dall’essere vinta.
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