Monsummano, è morta l’imprenditrice Luisa Benassai – Il marito: «Quel nostro primo sguardo prima di un amore infinito»
La donna è venuta a mancare all’età di 76 anni. Il ricordo del compagno di una vita: lascia due figli
MONSUMMANO. Quando lunedì 15 settembre alla Basilica della Fontenuova si svolgerà il funerale di Luisa Benassai, morta venerdì 12 a Monsummano a 76 anni, suo marito Rovi Ercolini rivivrà nella sua mente il film dei loro 63 anni insieme. Una vita trascorsa fianco a fianco, coronata dall'amore dei loro due figli Ronnie ed Emerson e dalla soddisfazione di aver creato, ancora una volta insieme, la lavanderia industriale La Nitida di Monsummano, nel lontano 1964.
I ricordi
«Siamo partiti con una piccola lavanderia tradizionale in viale Ferdinando Martini per poi trasferirci in seguito prima in via del Capannone, dove è rimasta la nostra abitazione, poi in via Maestri del lavoro al civico 84, dove è la sede attuale della nostra attività», racconta il marito, Rovi Ercolini. L'intuizione commerciale nacque quando i due coniugi si resero conto delle grandi potenzialità turistiche sia della vicina Montecatini che di tutta la zona circostante. «Quest'area ebbe uno sviluppo turistico immenso e insieme a mia moglie decidemmo di restare nel settore della lavanderia per concentrarci però nell'ambito alberghiero e della ristorazione. Oggi l'azienda è seguita dai nostri figli, che hanno imparato da me e da mia moglie a volersi bene. La politica aziendale punta ormai da molti anni sul noleggio della biancheria e siamo una realtà leader nel suo genere. Mia moglie Luisa ne era profondamente orgogliosa». Con la voce rotta dall'emozione, l'uomo racconta poi i momenti più belli della loro vita, che lui peraltro ha racchiuso in un libro che ha pubblicato alcuni anni fa. «Ci incrociammo per strada a Mezzomiglio. Fu un gioco di sguardi che ha fatto sbocciare immediatamente un amore immenso. Io avevo 15 anni, lei 14 e ringrazio sempre il Signore per averci messo sulla stessa strada. Non ci siamo persi di vista un attimo e abbiamo lavorato fianco a fianco tuta la vita. La prima volta che ci siamo concessi una vacanza fu quando avevamo più di 40 anni, dopo più di 20 anni di lavoro continuo. Andammo a Saint Marteen, nei Caraibi, ed è stata un'esperienza che porterò sempre nel cuore fino all'ultimo istante di vita».
L’amore e la famiglia
La simbiosi fra Rovi e Lucia non si esauriva solo nel lavoro ma, essendo marito e moglie, si estendeva anche fra le mura domestiche. «Il nostro è stato un matrimonio felice, benedetto dalla nascita di due figli a cui abbiamo dato due nomi molto particolari ed evocativi. Io in gioventù sono stato un discreto pilota di automobili, arrivando anche alla Formula 3. Ero appassionato delle vetture della Lotus e ho chiamato i miei figli Ronnie, in onore del grande pilota Ronnie Peterson, ed Emerson, come il grande pilota italo brasiliano Emerson Fittipaldi. Mia moglie ha sempre assecondato le mie passioni e anzi mi ha sempre incoraggiato a coltivarle». Gli ultimi anni insieme sono stati purtroppo segnati dalla malattia che Luisa, sempre con Rovi a fianco, ha affrontato con uno spirito di resilienza non comune. «Ogni settimana – prosegue il marito – alcune sue amiche di sempre venivano a prenderla a casa e insieme andavano a mangiare una pizza, trascorrendo così alcune ore in spensieratezza. Ogni volta mi dicevano sempre che Luisa, pur essendo consapevole della gravità delle sue condizioni, riusciva a dare coraggio a loro per affrontare la vita sempre col sorriso sulle labbra come aveva fatto lei». La grande empatia con gli altri dell'imprenditrice monsummanese si rifletteva poi anche nel rapporto con le sue collaboratrici e i suoi collaboratori nell'azienda di famiglia. «Quando a qualcuna di loro nasceva un bambino, il primo pensiero di mia moglie era quello di fare un gran bel regalo per festeggiare l'arrivo di questa nuova vita. Stessa cosa avveniva – conclude – quando qualche nostra dipendente si sposava o per il matrimonio di un figlio. In questi giorni per me terribili in cui sto realizzando la tristezza del suo addio, il mio morale viene sollevato dalle tante persone che si sono recate a renderle omaggio, tributandole quell'affetto che si è meritata».