Lo spareggio per l’A2. Herons Montecatini e i Cento motivi per sognare
In terra emiliana la Fabo si gioca tutto nello spareggio contro Mestre. Da coach Barsotti fino a capitan Natali: in campo anche tante storie di vita diverse
Montecatini Di solito si dice che almeno dal punto della motivazione, le partite decisive si preparano da sole. In effetti, a un giorno dallo spareggio in gara secca che vale la promozione in A2, domenica 22 giugno nel campo neutro di Cento alle 18,30 contro Mestre, gli Herons non hanno certo bisogno di stimoli. Ma all'appuntamento con la storia, per usare le parole di coach Federico Barsotti, ognuno ci arriva a modo suo. Col proprio bagaglio, le proprie cicatrici e i propri miti.
Il condottiero
Sulla panchina rossoblù c'è un ragazzo diventato grande, cresciuto cantando in curva per Boni e Niccolai. Pur allenando da tanto nel semiprofessionismo non ha mai lasciato il primo lavoro, anni di sacrifici che l'hanno portato dov'è adesso, a giocarsi (un'altra volta) l'occasione di una vita con addosso i colori che ha sempre tifato. Figuriamoci se non è un momento particolare per il presidente Andrea Luchi, che dopo anni da manager nel massimo palcoscenico era uscito dal basket ma solo per un periodo, rientrandoci come custode di un sogno potente e motore di un progetto ambizioso.
I vincenti
Ognuno degli aironi ha qualcosa di speciale da chiedere alla Baltur Arena. Anche chi di campionati ne ha già vinti, come Chiera e Arrigoni. Arrivati da stelle due stagioni e mezzo fa, qui sono diventati genitori e hanno seminato il loro essere vincenti. Adesso è il momento di raccogliere: il primo in cerca di un chiasmo unico, festeggiare la promozione in A2 con Montecatini a Cento 7 anni dopo aver festeggiato l'A2 con Cento a Montecatini, il secondo all'incrocio suggestivo con Mattia Ferrari, l’allenatore con cui ha già ottenuto due promozioni, la prima con Legnano e l'ultima con Rimini tre anni fa, qualche mese prima di approdare agli Herons. Benites è alla quarta finale di seguito (la terza con Marchini), ha saltato la serie con Ruvo ma farà di tutto per esserci.
A casa propria
Sgobba un campionato non lo ha mai vinto, farlo "a casa" sarebbe la ciliegina sulla torta, magari con qualcuna delle sue zampate che ultimamente sono un po' mancate. Regalare un trionfo al proprio popolo è la stessa priorità di capitan Natali, spesso e volentieri in missione in questi playoff. Lui i vertici del basket nazionale li ha già masticati, facendosi strada dopo aver lasciato il nido appena maggiorenne nel 2009. Ma la serie A a Montecatini manca più o meno da quegli anni lì. Non manca invece la spinta a Dell'Uomo, l'unico airone della prima ora rimasto nel roster, in compagnia di Barsotti e Carlotti. Viene da una stagione di alti e bassi, ma nei momenti della verità in questi anni non si è mai tirato indietro.
Storie di vita
Nel mosaico rossoblù ci sono anche le storie di Kupstas, arrivato a febbraio per costruirsi una carriera di spessore lontano dalla sua Lituania, così come in corsa è arrivato Paesano, uomo squadra e prezioso gladiatore, anche lui con una promozione in bacheca, a Cividale con Chiera. E ancora la crescita del giovane Giannozzi, gettato nella mischia in finale ha dimostrato di non avere paura. La sfortuna di Mastrangelo e Trapani, che soffriranno a bordo campo senza poter giocare. La Fabo lotterà anche per loro.
La carica degli 800
Il fermento di un popolo che si presenterà in massa a Cento (quasi 800 persone, tra parterre e curva i biglietti sono esauriti), una città intera che tratterrà il fiato davanti al maxischermo in pineta, gli sforzi di tutto lo staff e della società – che a proposito di motivi, sui social ne ha postati dieci per non mancare alla Baltur Arena – fino ad arrivare agli sponsor.
La voglia di chiudere tutti insieme un cerchio rimasto aperto al Palaterme, che poi è la solita voglia di Mestre, digiuna di A2 da ancora più tempo, 37 anni. Due piazze dalla tradizione gloriosa, due squadre con un’anima, che durante la stagione hanno saputo fiorire da periodi di siccità e i cui destini s’incrociano per l’ultima grande occasione dell’anno.
Tutto in 40 minuti
Avvicinandosi alla palla a due, s’immergeranno tutti in una concentrazione assorta, sospesa, cercando di non farsi sopraffare dalle emozioni e di incanalare nella prestazione il 100% delle proprie energie. Lo faranno però soltanto dopo essere scesi in profondità dentro se stessi, anche solo per un istante. E aver realizzato il senso di tutto, dei propri successi e fallimenti, del vissuto condiviso coi compagni di viaggio e del perché si trovano lì, in un sudario emiliano il giorno dopo il solstizio d'estate, a giocare per Cento e più motivi che alla fine si riassumono con una lettera e un numero.l
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