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Pescia, adesso è ufficiale: l’agrario dovrà dire addio al convitto

Pescia, adesso è ufficiale: l’agrario dovrà dire addio al convitto

Il ministero conferma lo spostamento del personale non docente

14 maggio 2024
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Pescia Come anticipato un paio di settimane fa dal Tirreno si sposta il personale Ata del convitto dell’Istituto agrario Anzilotti, anticamera della chiusura della struttura a servizio della scuola. Adesso quel trasferimento è certo, ed è contenuto in una nota nella quale si annuncia che del ministero dell’Istruzione e del merito ha ufficialmente dirottato su altri profili professionali il personale Ata del convitto annesso all’Itas Anzilotti di Pescia a partire dal prossimo anno scolastico.

Le conseguenze di questo trasferimento sono facilmente immaginabili. E proprio dalle conseguenze parte l’analisi del sindacato Cobas Scuola Pistoia su questa scelta, parlando senza mezzi termini di “eutanasia programmata”.

«Questo (il trasferimento ndr) prelude alla dismissione, come la nota riporta, della suddetta stituzione educativa – scrive il sindacato Cobas – così come accaduto qualche anno fa al convitto del De Franceschi-Pacinotti di Pistoia. Ufficialmente la causa di questa dismissione è da ricondurre all’insufficiente numero di iscrizioni al convitto e al semiconvitto che, ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica numero 81 del 2009, non consente la sua regolare operatività e, anzi, ne giustifica la soppressione. Negli ultimi due anni si è ricorsi all’apertura in deroga del convitto per tutelare in qualche modo gli studenti convittori. Ma questa non può essere una soluzione. Infatti nulla è stato fatto, da due anni a questa parte, in termini di investimenti in risorse umane e materiali, per rilanciare la storica istituzione educativa di Pescia: al contrario, si è gradualmente sottratto spazio ai convittori e ad oggi, per esempio, manca un’area comune destinata alla loro socializzazione. Mancano i materiali, anche minimi, per le attività ricreative e sportive: tutto è demandato all’opera solitaria e alla volontà degli educatori il cui numero è assolutamente insufficiente per garantire la loro fondamentale funzione di formazione dei convittori e dei semiconvittori». Insomma, secondo il sindacato più che farlo vivere, in questi ultimi anni ci si è limitati a far sopravvivere il convitto.

«Le responsabilità, anche politiche, di tale situazione sono chiare e facilmente individuabili – riprendono i Cobas – si è preferito (a Pistoia) e si preferisce (a Pescia) lasciar perire un importante punto di riferimento per studenti e famiglie piuttosto che sostenerlo e rilanciarlo come si deve: rimodernamento degli spazi, investimento di risorse, maggiori unità di personale educativo e di Ata sul convitto e semiconvitto. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità, dai decisori agli esecutori di tale scellerata politica che non tutela né gli studenti né i lavoratori: i primi lesi nel proprio diritto allo studio (che fine faranno per esempio i convittori iscritti del biennio?), i secondi nel proprio diritto al lavoro. È facile operare scelte distruttive e irreversibili: sono a costo zero. Magari conoscere a fondo la specifica realtà dei convitti, soprattutto annessi, e la loro vita comunitaria potrebbe favorire una visione diversa e quindi decisioni diverse. Ce lo auguriamo. Per gli studenti e le loro famiglie».l

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