Caffè ancora a un euro al Roy a Monsummano: «Così coccolo i clienti»
La scelta controcorrente nonostante i rincari
MONSUMMANO. Mentre ormai dappertutto una tazzina di caffè costa almeno 1 euro e 10 centestimi, se non 1 euro e 20, al Roy Cafè di Monsummano si paga solo 1 euro. Una vera e propria rarità, in un panorama di inflazione e rincari di materie prime ed energia che ha spinto baristi e ristoratori ad adeguarsi alzando i prezzi di tutti i prodotti, compreso il caffè.
Ma talvolta le scelte che possono sembrare economicamente impopolari e controproducenti, sono capaci di rivelarsi investimenti oculati e dal ritorno garantito in termini di immagine e fidelizzazione della clientela. Va in questo senso la scelta di Michele Giuda, 31 anni, che dal 2016 con l’aiuto di papà Vincenzo gestisce il Roy Cafè in viale Martini nel centro di Monsummano. «Anche se facendo due conti i dieci o venti centesimi in meno per caffè in fondo all’anno sono diverse migliaia di euro, abbiamo deciso di lasciare il caffè a un euro per andare incontro al cliente – spiega Michele – . Magari qualcuno potrebbe pensare che per reggere gli aumenti dei prezzi serviamo un prodotto scadente, invece non è così. Siamo in costante ricerca della qualità stando attenti a macinatura e tostatura. Preferisco guadagnare qualcosa in meno ma offrire un buon prodotto, visto che il caffè è sacro, rappresenta il cardine principe e il pane quotidiano di un bar come il nostro, pur servendo comunque anche pranzi e aperitivi. Il caffè dev’essere buono ma non deve diventare un lusso per una persona normale».
Una decisione simbolica, condivisa con pochissimi colleghi (ormai tolti i circoli è difficile trovare l’espresso a un euro) che non pare una zappa sui piedi per l’attività. «Non nego che ad esempio per l’uso del latte ci siamo dovuti adeguare agli aumenti dei prezzi – riprende il giovane titolare – ma sul caffè siamo rimasti a un euro per scelta. Inizialmente per protesta, perché tutti aumentavano a 1,10 o 1,20 anche se aumenti reali non ce n’erano, poi quando i rincari sono arrivati davvero abbiamo resistito per motivi sempre politici oltre che di immagine. Qualcuno rimane sorpreso, addirittura mi dice che sono rimasto l’unico e mi chiede il perché non aumento anche io, ma in generali i clienti sono contenti. Per ora lascio così, poi in futuro vediamo, l’intenzione di non penalizzare chi consuma ci sarà sempre da parte nostra».
La caffetteria a conduzione familiare è nata da un’occasione presa al volo da padre e figlio una volta che quest’ultimo è tornato dall’estero. «Dopo aver preso il diploma all’istituto alberghiero ho fatto esperienza dietro il bancone di un bar in Irlanda, a Dublino – racconta Michele –. Quando sono rientrato e c’è stata questa possibilità ci siamo detti perché no. Siamo partiti un po’ gradualmente, poi la pandemia è stata dura ma ne siamo usciti meglio di come credevo». Aperto solitamente dalle 6,30 alle 20,30, il Roy Cafè copre dalla colazione all’aperitivo compreso il pranzo. Per singoli eventi privati resta aperto anche la sera.
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