Le ricerche
Massa, assolto dall’accusa di violenza su una dodicenne in vacanza
Processo con rito abbreviato: era stata chiesta una condanna di quattro anni
MASSA. È stato assolto «perché il fatto non sussiste» (la motivazione sarà depositata fra trenta giorni) l’uomo – sui 40-50 anni – residente nel Nord Italia accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazzina di dodici anni che si trovava in vacanza nella zona della Partaccia presso una famiglia amica alla quale l’avevano affidata i genitori per le ferie.
I fatti risalgono al 15 luglio 2023. Quel giorno la ragazzina, con l’amica pressoché coetanea, figlia della coppia ospitante, era andata a fare il bagno in mare, con il padre dell’amica e un amico della coppia di coniugi arrivato dal Nord Italia (da dove anche loro provenivano).
I quattro entrano in acqua, si spingono sempre più avanti, fin quasi a non toccare più. Decidono di arrivare agli scogli, dove l’acqua è alta. Partono padre e figlia, entrambi abili nuotatori. Poi parte anche la ragazzina ospite, con l’amico dei coniugi presso i quali trascorreva le vacanze. E lì si consuma, secondo il racconto della ragazzina, la violenza: riporta infatti subito di essere stata palpeggiata dall’uomo nelle parti intime. Lo racconta subito all’amichetta e al padre di lei. Viene portata all’ospedale, dove però i sanitari non riescono a compiere la visita ginecologica perché la ragazzina si oppone, spiegando che la visita le avrebbe ricordato il trauma.
Il processo si è svolto presso il tribunale di Massa giovedì, nella forma di rito abbreviato. Davanti Gup Antonia Aracri l’uomo accusato di violenza sessuale aggravata dalla giovane età ha esposto la sua versione di quel bagno in mare, spiegando che quando gli fu chiesto di nuotare dove non toccava, lui accettò, ma subito si rese conto di non essere in grado. Temendo di andare giù, annaspando, aveva cercato di sorreggere anche la giovane, ammettendo di fatto che il contatto ci sarebbe stato ma non intenzionale, nel tentativo di salvamento. L’uomo era assistito dall’avvocato Alberto Rimmaudo del Foro di Massa, il quale nella sua difesa ha evidenziato i contrasti emersi nelle testimonianze della giovane ragazza. La procura (pm Clarissa Berna) aveva chiesto una pena di quattro anni, la parte civile la condanna di legge e una previsionale non inferiore a cinquantamila euro.
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