A tu per tu con il ladro: «Ora vieni avanti». 30enne minacciata col coltello sotto casa
Carrara, la giovane ha tentato di sventare un furto nel suo condominio: «Guardava insistentemente il nostro palazzo...»
CARRARA. Ha avuto coraggio, sì. Parliamo di una giovane donna. Trentenne, carrarese. Torna a casa dal lavoro e si accorge che ci sono «due tipi sospetti» davanti al condominio in cui abita con la famiglia. Quando si rende conto che uno dei due (scomparso alla vista) sta probabilmente svaligiando un appartamento, interviene. Succede che a due metri dal suo naso si trova un coltello. E la provocazione che riceve è una minaccia.
«Non mi convincono»
Avenza, ore 19, 5, via Filattiera, cioè la strada residenziale che incrocia viale XX Settembre subito dopo il ponte della ferrovia, sulla destra-per chi procede in direzione Marina, e che si può imboccare da via provinciale Avenza-Sarzana. Ci sono villette e case familiari, qui, un luogo tranquillo, dove abiteresti volentieri. Sta tornando dal lavoro la giovane. Parcheggia. Mentre scende dall’auto nota due uomini che stazionano davanti al suo condominio. «“Ecco, con questi si fa serata”, mi sono detta – inizia il racconto – e il mio sesto senso ci aveva azzeccato». Entra in casa. Allerta il fratello. Si mettono a sbirciare la strada. Di due uomini ne è rimasto uno: «Guardava insistentemente il nostro palazzo, poi, è andato di corsa nel parcheggio. Mi sono chiesta: “Dove va?”».
L’adrenalina
Si rimette le scarpe, si infila il giubbotto. Afferra lo spray al peperoncino. «Ho detto a mio fratello di svegliare il babbo». Esce di casa, cerca l’uomo. E, «appena svoltato l’angolo del parcheggio – dice – me lo sono trovato davanti». Tra i due ci sono «due metri di distanza». Lui «si infila la mano in tasca e tira fuori un coltello». Lei gli sta di fronte. «“Vieni-vieni. Vieni avanti», le dice. Sono attimi interminabili. L’uomo, presumibilmente “il palo al servizio” di un furto, ripete insistentemente quella frase. È una sfida, ma a armi impari. In strada arriva il fratello della giovane: 15 anni e mezzo ha. «Mi ha detto: “Ma cosa fai?”. E mi ha tirato via, lui per me farebbe qualunque cosa..». Intanto è spuntato anche il complice: la sensazione è che sia saltato giù da qualche parte. Anche lui è armato di coltello.
Arrivo provvidenziale
Ecco il babbo che raggiunge i figli. Alla vista del padre di famiglia, uomo «muscoloso», i due se la danno a gambe. Parte la chiamata al 112. Arriva una pantera della polizia di Stato «nell’arco di cinque minuti», e due gazzelle dei carabinieri. «I poliziotti si sono lanciati a cercare tracce nel parcheggio del palazzo di fronte perché mia nonna dalla finestra aveva visto che si erano infilati lì». Svaniti nel nulla.
Chi erano?
Trentacinque- quarantenni, stranieri, «probabilmente dell’Est Europa» erano i due delinquenti. E, soprattutto, erano «a volto scoperto e senza paura». Niente tentennamenti. Niente passi falsi se non la fuga alla vista di un uomo che – fisicamente – avrebbe potuto dare loro filo da torcere. Tant’è che adesso, per stemperare gli effetti psicologici dell’episodio subito, in famiglia ci si scherza su: «A mio padre diciamo: “Ci volevi proprio tu per farli scappare, chissà perché sono fuggiti”».
La scoperta
La giovane crede che l’obiettivo dei ladri sia stato l’appartamento al piano terra, ma non ha modo di verificare. «Poi, martedì, la nostra vicina di pianerottolo ha suonato a mia nonna e le ha detto che le erano entrati i ladri in casa. Così abbiamo capito che il complice che era sparito si era arrampicato al primo piano ed era entrato nell’appartamento accanto al nostro. La proprietaria era in vacanza per dieci giorni; probabilmente, ci hanno riferito le forze dell’ordine, prima dell’irruzione aveva tenuto sotto-controllo il condominio», le finestre chiuse, le luci spente, chi rincasava e a che ora.
E adesso?
Per raccontare quel che è successo in via Filattiera – una strada residenziale, non il Bronx – non si può chiamare in causa la percezione della sicurezza, sensazione soggettiva di protezione o di vulnerabilità. Chiunque sarebbe rimasto turbato. «Sconvolge che sia accaduto alle 7 della sera quando si torna dal lavoro, dalla palestra, da fare la spesa – dice la giovane – Sconvolge che avessero i coltelli e che non abbiano esitato a tirarli fuori (anche di fronte a una donna, ndr). Impressiona che la nostra vicina di casa che abita qui da 45 anni ci abbia detto: “Non mi è mai accaduto nulla, adesso ho paura”. Non vogliamo vivere così – sottolinea – Abbiamo trascorso due anni con uno spacciatore sotto casa, abbiamo dovuto attendere che se ne andasse da loro», forse ha trovato una piazza migliore. «Cos’altro bisogna sopportare? La pazienza – conclude nella speranza che il suo messaggio arrivi a chi ha doveri verso una comunità – è finita».
