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Gemelline cardiopatiche operate nello stesso giorno in Eritrea: salvate da medici arrivati dalla Toscana

di Redazione web
Gemelline cardiopatiche operate nello stesso giorno in Eritrea: salvate da medici arrivati dalla Toscana

Dopo la diagnosi di malformazione cardiaca, le piccole, di nove mesi, sono entrate in sala per l’intervento correttivo. Adesso sono tutte e due fuori pericolo. Il racconto dell’intervento del team di Monasterio e Mission Bambini

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MASSA. Due sorelline uguali uguali. Stesso viso, stessi occhi profondi. Stesso cuoricino malato.

Hanno solo nove mesi, pesano appena qualche chilo — una quattro e mezzo, l’altra cinque — e arrivano all’International Operation Center for Children di Asmara, in braccio a mamma e papà. I due giovani genitori sanno che è arrivato il team di Monasterio e Mission Bambini e sperano che i medici italiani possano aiutarli: le bimbe non stanno bene, ma in Eritrea nessuno è riuscito a fare una diagnosi.

È la dottoressa Nadia Assanta, che dirige l’unità di Patologie Cardiache medico chirurgiche dell’infanzia e del congenito adulto all’Ospedale del Cuore, a diagnosticare, durante l’ecografia, la grave malformazione cardiaca: “Non sapevo si trattasse di due gemelline - confida la dottoressa - Ho visitato la prima e diagnosticato la cardiopatia. Quando è arrivata la seconda, ho pensato si trattasse della stessa bambina perché le piccole sono identiche. E’ stato allora che ho scoperto trattarsi di gemelle omozigoti. Con gli stessi splendidi occhi e la stessa grave malformazione al cuore”.

Il team non perde un attimo: le piccole vanno operate il prima possibile. L’intervento non è in “calendario”, ma il dottor Bruno Murzi, già storico Direttore della Cardiochirurgia pediatrica dell’Ospedale del Cuore e capo della missione, decide che non si può rimandare. Le piccole entrano in sala, una dopo l’altra: il dottor Murzi, affiancato dalla dottoressa Vera Cetera, cardiochirurga pediatrica di Monasterio, guida il team durante le due operazioni complesse, eseguite una dopo l’altra.

Fuori, la mamma attende il primo intervento con l’altra piccolina tra le braccia; quando vede entrare in sala la seconda, dopo la prima operazione, ripete senza sosta: La mia paura è doppia.

E doppia è la felicità quando le confermano che tutti e due gli interventi sono andati bene: il difetto cardiaco è stato corretto in via definitiva. Le gemelline rimangono, vicine nello stesso lettino, in terapia intensiva per 3 giorni, 2 in sub intensiva. Quando l’equipe di Monasterio e Mission Bambini rientra in Italia, loro sono state già estubate e dimesse dalla terapia intensiva. Stanno bene.

E come loro anche gli altri 24 pazienti operati durante la missione tra cui un bimbo emofiliaco: i medici sono intervenuti in urgenza con un intervento salva-vita, rimuovendo il liquido accumulato intorno al cuore.

Ancora emozioni, ancora solidarietà, ancora storie di speranza dall’Eritrea, come quelle di centinaia di bambini salvati durante due decenni di missioni. Un progetto, quello dell’Eritrea, iniziato oltre 20 anni fa e guidato proprio dal dottor Bruno Murzi per ridare speranza di vita a tantissimi piccoli pazienti e alle loro famiglie.

“Potremmo citare numeri, raccontare di due decenni di missioni, di decine e decine di vite salvate, ma lasciamo che a raccontare cosa significano le nostre missioni umanitarie - spiega Luciano Ciucci, Direttore Generale di Monasterio - sia la storia di queste due piccole gemelle. Loro sono insieme simbolo e conferma del nostro impegno nella cooperazione sanitaria a sostegno dei paesi più svantaggiati. La cooperazione internazionale è, infatti, nel Dna di Monasterio, impegnato da sempre per garantire a tutti il diritto alle migliori cure, indipendentemente dal Paese di origine. Ogni volta che un bambino torna a sorridere, comprendiamo che la nostra missione va oltre la medicina e diventa gesto di profonda umanità. Ringrazio - continua il Direttore - tutti i colleghi di Monasterio e tutti quanti hanno preso parte e reso possibile questa missione, in primis, Mission Bambini, che ha curato la complessa attività logistica e di organizzazione e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) per aver finanziato il progetto attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Quella con Mission Bambini è per noi una collaborazione importante che ci vedrà ancora impegnati insieme in altre missioni”.
 

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