Previdenza
Massa, trova i resti della madre in un sacco per l’immondizia: «Temo che non sia l’unico caso...»
Rubata la cassetta che li custodiva nell’ossario del cimitero. Il racconto della figlia: «Per più di una notte non sono riuscita a dormire»
MASSA. Ha dovuto riconoscere i resti della madre dal teschio; ha potuto accertare che fossero proprio della defunta grazie a una protesi dentale che vi era rimasta. Diversamente le sarebbe stato impossibile: perché i resti – le ossa – che ventuno anni fa erano stati deposti, sotto i suoi occhi, dal personale preposto del cimitero di Montignoso nell’apposita cassetta di zinco, pochi giorni fa, ha scoperto, erano stati infilati in un sacco nero, di quelli usati per l’immondizia. La cassettina di zinco che si trovava nell’ossario e che conteneva i resti era scomparsa.
Il racconto
È la signora Gabriella Vatteroni, massese, a raccontare questa storia agghiacciante, che genera dolore su dolore per chiunque la ascolti e figurarsi per una figlia. Una scoperta che ha fatto suo malgrado il giorno 16 settembre quando si è recata al cimitero di Montignoso per l’esumazione della salma del padre, deceduto trenta anni fa. Un’operazione di per sé delicata, alla quale era preparata. «Mio padre, Luciano Vatteroni, una persona conosciuta a Montignoso anche per essere musicista – racconta la signora Gabriella – morì nel 1995. A distanza di trent’anni, sono stata chiamata dagli addetti ai servizi cimiteriali per presenziare all’esumazione della salma». E tanto Gabriella ha fatto. Ha presenziato alla riesumazione, e dopo che le operazioni sono state completate, racconta, «ho chiesto che i resti di mio padre venissero deposti in una cassettina all’interno dello stesso ossario in cui si trovano quelli di mia madre, Franca Baldi, deceduta nel 1987 e riesumata nel 2004».
La scoperta
La donna, con il personale del cimitero, si è diretta al reparto del cimitero di Montignoso in cui si trovano gli ossari. Il personale ha proceduto alla rimozione della piccola lapide dove da ventuno anni riposano i resti della madre. E ha visto quello che mai avrebbe voluto vedere, neanche immaginare. «I resti di mia madre – prosegue il racconto della signora Vatteroni – non erano nella cassetta di zinco in cui li avevo fatti deporre ventiquattro anni fa, ma in un sacco nero di plastica, di quelli usati per raccogliere l’immondizia. Sul momento, nel vedere il sacco nero, l’addetto mi ha chiesto se dentro vi fossero ceneri, io ho confermato che c’erano ossa. Mi sono sentita tutto il cimitero addosso», esplode nelle parole il dolore della donna.
A quel punto, dal sacco nero è stato estratto il contenuto, ed erano ossa. «Ho riconosciuto che i resti erano di mia madre perché al teschio era rimasta attaccata una protesi dentale che lei portava. Se non ci fosse stato quel piccolo “ponte” di denti artificiali sarei rimasta tutta la vita con il dilemma che quei resti non fossero davvero suoi».
Un colpo durissimo, un dolore infinito per la signora Gabriella. «Per più di una notte non sono riuscita a dormire – racconta –. Il personale è stato gentile con me in quel momento così tragico. Addirittura mi è stato rimborsato il valore della cassetta di zinco trafugata. Non mi sono sentita di lasciare lì i resti dei miei genitori – aggiunge –, li ho trasferiti al cimitero di Turano a Massa».
Ma la signora Gabriella vuole andare a fondo di questa storia. Il giorno 18 settembre si è recata al comando dei carabinieri di Massa, dove ha sporto denuncia per furto. Poi, racconta, «mi sono recata agli uffici preposti dell’Asl, e ho raccontato quello che mi è successo. Temo che il caso di mia madre non sia l’unico purtroppo. Scriverò una richiesta via email, come mi è stato indicato quale regolare procedura, per chiedere che il cimitero venga chiuso per essere sottoposto a una verifica. Non avrò pace fino a che tutti i controlli del caso non saranno completati».
La replica
Contattata dal Tirreno, Gina Gabrielli, assessora del Comune di Montignoso con delega ai servizi cimiteriali, in primo luogo tiene a esprimere «vicinanza alla signora Vatteroni. Il cimitero di Montignoso – spiega – negli ultimi anni è stato oggetto di particolare attenzione e di una ristrutturazione importante. Questo spiacevole episodio sicuramente non si è consumato sotto la nostra amministrazione. Il cimitero è gestito da una società esterna, selezionata tramite apposita gara. Il fatto – sottolinea – a nostro avviso risale venti anni fa. All’epoca purtroppo in più cimiteri si verificarono fatti incresciosi». Il riferimento dell’assessora Gabrielli è alla vicenda del cimitero di Mirteto a Massa, dove si aprì un inchiesta (processo concluso con varie condanne) per cremazioni collettive.
«Per quanto ci riguarda – aggiunge l’assessora Gabrielli – faremo tutto quello che è in nostro potere per andare a fondo della questione. Quello che è accaduto alla signora Vatteroni è un fatto che tocca chiunque nel profondo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA