Il Tirreno

In tribunale

Crollo del ponte di Albiano Magra: una condanna

di Melania Carnevali
Il ponte crollato
Il ponte crollato

Un anno e due mesi, più il pagamento del risarcimento danni, all’ingegnere di Anas. Assolti invece i tre dirigenti della Provincia

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AULLA. Si è chiuso con tre assoluzioni e una condanna il processo di primo grado sul crollo del ponte di Albiano di oltre cinque anni fa. Sono stati assolti i tre dirigenti della Provincia, Gianluca Barbieri (difeso dall’avvocato Gianpaolo Carabelli, Stefano Michela, difeso da Enrico Marzaduri, e Giuliano Arrighi, difeso invece da Matteo Bertucci). È stato condannato a un anno e due mesi (pena sospesa) l’ingegnere di Anas, Damiano Menchise che dovrà anche pagare le spese processuali e il risarcimento danni della parte civile con una provvisionale prevista di 20mila euro. La condanna è per lesioni e disastro colposi. La decisione del giudice Ermanno De Mattia risale a lunedì pomeriggio (15 settembre); il tribunale avrà adesso novanta giorni per depositare la sentenza.

La procura di Massa aveva chiesto un’assoluzione, quella di Barbieri, e tre condanne a una pena di un anno e nove mesi.

I fatti risalgono alla mattina dell’8 aprile del 2020. Pieno lockdown. Un dettaglio non banale dal momento che solo per quello il ponte, di solito pieno di auto e mezzi pesanti, era quasi vuoto. C’erano solo due furgoni: uno della Tim, l’altro del corriere Bartolini. L’autista del primo ne esce quasi illeso, l’altro finisce a Cisanello con l’elisoccorso.

Le restrizioni per la pandemia hanno evitato una strage e anche accuse più pesanti nei confronti dei quattro imputati. Per loro l’accusa aveva subito ipotizzato i reati di disastro colposo e lesioni colpose per le ferite riportate dall’autista del furgone. Poi però la procura ha chiesto l’assoluzione di Barbieri e la condanna solo degli altri tre. All’inizio dell’inchiesta (coordinata dall’allora pubblico ministero della procura apuana Alessandra Conforti e poi passata nelle mani di Roberta Moramarco) erano state 22 le persone iscritte nel registro degli indagati; tra queste 14 posizioni vennero archiviate successivamente dalla pubblico ministero Elena Marcheschi, oggi titolare del fascicolo (l’udienza è stata tenuta da Debora Bracco)Poi il cerchio si è ristretto ancora e la procura ha chiesto cinque rinvii a giudizio.

Un atto arrivato a poco più di un mese dall’inaugurazione, a fine aprile del 2022, del nuovo ponte, ricostruito nell’arco di due anni, sulle macerie del precedente. Due anni di attesa che crearono non pochi disagi agli abitanti ma soprattutto alle attività economiche di Albiano Magra, della Lunigiana, dei comuni limitrofi in provincia di La Spezia.

Le indagini sul caso furono condotte in collaborazione con i militari della compagnia carabinieri di Pontremoli. Secondo la perizia redatta dai docenti universitari, Franco Braga e Sebastiano Rampello, su incarico del giudice per le indagini preliminari Marta Baldasseroni e consegnata nel 2021, il terreno su cui era appoggiato il ponte di Albiano si sarebbe spostato di alcune decine di millimetri in cinque anni a causa di una vecchia frana che non ha mai smesso di muoversi. Inoltre ci sarebbe, tra le cause del crollo, sempre a detta dei consulenti del tribunale, anche un progetto di ricostruzione non seguito alla lettera come la superficialità di chi non avrebbe dato ascolto agli allarmi o di chi ha fatto controlli ma non quelli giusti.

Queste, tuttavia, erano le possibili cause individuate dalla perizia. Le motivazioni della sentenza non sono ancora note. Solo dopo la deposizione della sentenza, Menchise di Anas, potrà eventualmente presentare appello.

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