Il Tirreno

L’episodio

Massa, paziente in barella cade e si rompe il femore. La replica di Asl sul caso

Massa, paziente in barella cade e si rompe il femore. La replica di Asl sul caso

E il Comitato Salute Pubblica evidenzia la carenza del personale in ambito ospedaliero

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MASSA. Pronto soccorso dell’Ospedale Apuane, agosto scorso. «Un anziano paziente affetto da demenza senile, che necessita di una costante vigilanza, cade dalla barella e si frattura il femore; in seguito alla caduta deve essere sottoposto a un intervento». Il caso è portato all’attenzione dal Comitato Salute Pubblica Versilia e Massa-Carrara. «Ai familiari – riporta il comitato – non era stato consentito essergli accanto, nonostante le informazioni sanitarie necessarie sul suo stato e il Dpcm del 2 marzo 2021 (articolo11, comma 5) che prevede la presenza di familiari per persone non autosufficienti sia in corsia che al Pronto soccorso, per assistenza e supporto alla comunicazione». Caso che il comitato cita come conseguenza della carenza di personale in ambito ospedaliero.

Da parte dell’Asl Nord Ovest, interpellata in merito dal Tirreno, giunge sul caso la seguente spiegazione: «In merito alla vicenda segnalata dal Comitato Sanità Pubblica Versilia, Massa-Carrara, risalente allo scorso mese di agosto, l’Azienda Usl Toscana nord ovest evidenzia prima di tutto che il modello organizzativo del Pronto soccorso dell’ospedale Apuane è stato mantenuto per tutto il periodo estivo. Il personale medico, infermieristico e Oss in turno è cioè stato sempre lo stesso, senza alcuna riduzione. Per ciò che concerne l’episodio specifico, la problematica che si è venuta a creare non è certamente legata a una mancanza di sorveglianza. Al momento della caduta dell’anziano, nella stanza c’erano infatti cinque pazienti su barelle con due infermiere costantemente presenti. E’ inoltre possibile far entrare i familiari nella sala riservata ai “barellati” solo in caso di estrema necessità a causa dell’esiguità di questi spazi. Un problema che dovrebbe essere risolto, almeno in parte, con i lavori di ampliamento previsti nel Pronto soccorso di Massa».

«Occorre constatare – è la posizione del comitato – che il personale sanitario è stretto tra la morsa di subire le decisioni della direzione aziendale e dover fare i conti con le necessità del paziente. Decisioni che privano della propria professionalità fino a subordinare la cura e l’assistenza ad atti amministrativi. Il tempo con il paziente, la necessità di curarlo, sostenerlo, aiutarlo per la malattia, la sofferenza o la morte, è di estrema necessità». E prosegue sottolineando che «la carenza di personale è un fatto gravissimo, frutto di scelte politiche finalizzate a budget e profitti. Tra il 2020 e il 2025 sono andati in pensione 35.129 medici, 58.339 infermieri, 38.483 unità di altro personale; 8.299 medici e 10.054 infermieri mancano al Servizio Sanitario nazionale. Nel 2024, gli accessi ai Pronto Soccorso sono cresciuti del 2,2% sul 2023, con previsioni di 19 milioni di visite l’anno; i pazienti con codici bianchi attendono in media quattro ore; con codici verdi 2-3 ore, e il 26% degli accessi aggrava il servizio, causa la mancanza di servizi territoriali».

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