Il Tirreno

Sanità

La visita cardiologica fissata dopo 10 mesi, poi la “sorpresa”: rinviata. «Cardiopatico, così non è sostenibile»

di Ivan Zambelli

	L'ospedale delle Apuane in una foto d'archivio
L'ospedale delle Apuane in una foto d'archivio

L’uomo, 72 anni pensionato di Massa, aveva richiesto una visita di controllo con elettrocardiogramma ed ecocardiogramma

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MASSA. Tredici mesi per una visita cardiologica, nonostante i 72 anni d’età e una patologia. È la storia di Paolo (nome di fantasia), un pensionato di Massa con problemi al cuore, che lo scorso settembre aveva richiesto una visita di controllo con elettrocardiogramma ed ecocardiogramma. Esami che un paziente cardiopatico dovrebbe sostenere almeno una volta l’anno, ma che in questo caso si stanno trasformando in un’attesa interminabile.

La storia

Rispetto alla richiesta fatta il 12 settembre 2024, la prima data disponibile era già lontana: 16 luglio 2025. Ma a pochi giorni dalla visita, la doccia fredda. Una telefonata dell’Azienda sanitaria Asl Toscana nord ovest ha comunicato il rinvio dell’appuntamento a novembre. Ulteriori quattro mesi di attesa, per un totale di oltre tredici mesi.

«Quando mi hanno chiamato non ci volevo credere – racconta Paolo –. Ho problemi di cuore, e per questo mi sottopongo a controlli periodici, almeno una volta l’anno, anche per l’analisi dell’Holter. Io mi sento in forma, ma con il cuore non si scherza. La cosa che mi ha fatto rabbia è stata ricevere quella telefonata a quattro giorni dalla visita: mi si diceva che era stata rinviata per assenza del medico. Mi aspettavo qualche giorno di slittamento, ma non certo quattro mesi». C’è amarezza e frustrazione nella voce di Paolo. «È da settembre che ho fatto richiesta – continua – . Già luglio mi sembrava tardi. Ma così è inaccettabile».

A raccogliere la sua segnalazione è stato lo sportello sanità dell’Unione sindacale di base (Usb), che da tempo monitora i disagi legati alle liste d’attesa e si batte per il diritto alle cure. Venerdì mattina, ad esempio, Usb era fuori dall’ospedale delle Apuane (Noa) per raccogliere firme a sostegno del referendum che propone di tornare al sistema delle Asl locali. Ma in quella occasione, oltre a raccogliere adesioni, il banchetto si è trasformato in un vero e proprio punto di ascolto per decine di utenti delusi o esasperati.

A raccontarlo è Marco Lenzoni, responsabile sanità per il sindacato: «Questa mattina – dice – ci siamo ritrovati a fare da sportello informativo, perché le persone che uscivano dal Cup ci parlavano di problemi analoghi: risonanze magnetiche negate, liste chiuse o tempi d’attesa troppo lunghi, visite ed esami rinviati, gente che deve operarsi ma senza sapere quando». E tra queste storie c’è proprio quella di Paolo: «Può succedere che salti una visita. Ma qui si parla di un paziente fragile, con problemi reali, e il preavviso è stato minimo. Abbiamo scritto alla direzione sanitaria, chiedendo che si attivino per trovare una soluzione. Non si può aspettare così tanto».

Il suo caso non è isolato. Secondo l’Ars Toscana (Agenzia regionale di sanità) , nel 2023 in provincia di Massa Carrara i tempi medi di attesa per una ecocardiografia superavano i 220 giorni; per una visita cardiologica standard, spesso oltre i 150. E i tempi previsti per le urgenze differibili (classe B, da effettuarsi entro 10 giorni) vengono regolarmente sforati. Lo scenario è aggravato da un dato inquietante: il 9,2% dei cittadini toscani ha dichiarato, secondo l’ultima rilevazione Istat, di aver rinunciato a curarsi per motivi economici o per la difficoltà di accedere al servizio pubblico. In provincia di Massa Carrara, secondo Usb, questa percentuale potrebbe essere addirittura sottostimata.

«Per ogni persona che viene da noi – continua Lenzoni – ce ne sono almeno dieci che si rivolgono al privato o si arrendono. Vedo quotidianamente persone scoraggiate, che smettono di curarsi perché non riescono a sostenere i costi o non sanno a chi rivolgersi. Anziani che si vergognano di chiedere aiuto, e che finiscono per peggiorare, a volte fino al punto di morire in silenzio. Questo è il dramma: una sanità pubblica che non riesce più a dare risposte». Nemmeno sul fronte del personale, secondo Usb, le cose vanno meglio. «Nonostante le promesse – denuncia Lenzoni – molte assunzioni avvengono con contratti a tempo determinato o interinali. Così manca la continuità: bastano una malattia o una sostituzione non coperta e tutto si blocca. Il sistema salta. Ma non è accettabile che a pagarne le conseguenze siano sempre i più fragili, come Paolo».

Contattata sulla vicenda, l’Azienda Usl Toscana nord ovest ha fatto sapere di aver preso in carico la segnalazione, riservandosi di effettuare le necessarie verifiche nei prossimi giorni. Nel frattempo Paolo, come molti altri, resta in attesa. Non solo della sua visita, ma di un segnale concreto che possa restituire fiducia a chi, oggi, si sente lasciato solo.

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