Italia
«Qui mi sento quasi fuori posto». E Gigi Buffon vince il Bancarella Sport
Al portierone il 62esimo premio, plebiscito per il suo libro “Cadere, rialzarsi Cadere, rialzarsi”: a spasso per Pontremoli regala selfie a tutti
PONTREMOLI. Campione del mondo, e adesso a quello straordinario titolo, conquistato con la Nazionale italiana nel 2006, Gianluigi Buffon può unire quello di vincitore del Bancarella Sport. Perché non tutti i trofei si vincono con i guanti. Alcuni si conquistano con le ferite. Altri, con le parole. Gianluigi Buffon, monumento vivente del calcio azzurro, ha alzato l’ennesima coppa, ma questa volta non davanti a una curva dello stadio ma di fronte al numeroso pubblico di piazza della Repubblica, lì per la cerimonia finale del 62° Bancarella Sport.
I grandi
Che serata magica, volano nell’aria leggende dello sport – Gigi Riva, Ayrton Senna, Mohamed Alì – personaggi calamitati sul palco dalle penne degli autori finalisti e dal racconto delle loro straordinarie storie di sport e di vita.
Ecco “Gigi” a spasso
L’emozione più forte per il pubblico è quella per una leggenda dello sport: c’è quel “Gigi, forse il portiere più forte della storia del calcio italiano, che passeggia per le strade di Pontremoli con la moglie, la giornalista e conduttrice tv Ilaria D’Amico, mentre uno stuolo di ragazzini (e non solo) gli chiedono autografo e selfie. Non si tirato indietro – mai – disponibile e umile, come quando annunciano la sua vittoria del Premio.
Emozionato? Sì.
«Mi sento quasi fuori.. in questo contesto letterario», dice. Poi aggiunge: «È bello tornare da questi eventi con le mani piene di tanti premi». È un plebiscito per il già portierone di Juventus e Nazionale, che ottiene 193 preferenze per il suo “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”, Mondadori, e conquista così il San Giovanni di Dio, il premio-simbolo dei librai pontremolesi. Seconda posizione a Paolo Piras, autore di “Vertical. Il romanzo di Gigi Riva” (66thand2nd) con 160 preferenze; 134 voti per Claudio Colombo, con “Giù la testa” (Hoepli). A seguire, “La mia vita controvento” di Reinhold Messner (Corbaccio), 128 voti, “Senna le verità” (Edizioni Minerva) 124 ed infine “Gioco sporco” (Gallucci Editore) di Nicola Calathopoulos che ha chiuso a 119.
La chiacchierata
Facciamo un passo indietro. Primo dello spoglio dei voti da parte della notaio Sara Rivieri, la manifestazione, ha la sua abituale tavola rotonda, condotta – sabato sera – dai giornalisti Paolo Liguori e da Sara Benci. E qui Buffon non si risparmia nelle sue riflessioni, partendo dai suoi esordi calcistici e di come si sia trovato catapultato nel Grande Calcio a 16-17 anni: «Mi sentivo sempre con questa carica di energia che a volte indirizzavo bene e a volte meno bene, in un percorso di crescita che fa parte della vita di tutti, solo che io ero già un personaggio pubblico e i miei errori risaltavano maggiormente». Errori da cui si impara e lui ha costruito una carriera di successi e di vittorie: «Ma non è un percorso facile – confessa – Non basta avere talento, bisogna saper costruire la propria carriera», con la voglia di «non accontentarsi mai di chiedere sempre di più a sé stessi». Oggi Buffon, è capodelegazione della Nazionale italiana di calcio, incarico che fu di Gigi Riva e Gianluca Vialli. Che lui ricorda: «Due persone straordinarie, sempre a disposizione del gruppo ma anche dei singoli». Parla anche della fresca nomina come commissario tecnico del suo ex compagno Rino Gattuso Gigi-Nazionale: «Sicuramente può fare bene, ci mette la faccia e non ha paura».
La chiosa
Parla al pubblico Buffon: «Prima ancora che tornare a vincere, penso sia importante tornare almeno a piangere per le sconfitte, perché vuol dire che abbiamo lottato e sofferto fino alla fine. Perdere ci sta ma deve essere uno stimolo per tornare ad alzarsi», il motto del libro di Gigi che gli ha portato il 62° premio Bancarella Sport con l’applauso del sindaco Jacopo Ferri e del presidente della fondazione Città del Libro Ignazio Landi.