Il Tirreno

Movida e regole

Massa, vietato l’alcol da asporto dopo le 20: scoppia la rivolta. Quando scatta l'ordinanza e cosa prevede

di Ivan Zambelli

	Marina di Massa
Marina di Massa

Il provvedimento del sindaco per il litorale: «Garanzia di sicurezza»

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MASSA. Dalle 20 di sera niente alcolici nei luoghi pubblici. Lungo tutto il litorale, da martedì 1° luglio al 15 settembre. È il ritorno dell’ordinanza a firma del sindaco Francesco Persiani, che ha vietato l’asporto e il consumo di bevande alcoliche fuori dai locali a partire dalle 20. Motivi di sicurezza, decoro e rispetto del quieto vivere sono alla base di questa ordinanza, che spacca in due le associazioni di categoria. Contraria infatti Confesercenti, che ne contesta l’efficacia e gli effetti sugli esercizi commerciali, mentre Confcommercio la guarda con interesse, perché va a limitare problemi che effettivamente l’estate si verificano. A patto che – e questo mette d’accordo tutti – all'ordinanza faccia seguito un effettivo controllo del territorio.

Il documento

L’ordinanza del sindaco Francesco Persiani ripropone il provvedimento già adottato nel 2024, pur limitato al periodo agosto-settembre. Dal 1° luglio al 15 settembre, dalle 20 alle 2, sarà vietato vendere per asporto, detenere e consumare bevande alcoliche di qualsiasi gradazione lungo tutti i luoghi pubblici del litorale, e che dalle 22,30 vede scattare il divieto di vendita per asporto di qualsiasi bevanda in contenitori di vetro e/o lattine. Pena sanzioni, da un minimo di 100 euro fino ad un massimo di 500. L’unica eccezione è il consumo all’interno dei locali, o nei dehors o aree di pertinenza. Alla base della decisione ci sono «numerosi episodi che hanno determinato un grave disturbo alla quiete pubblica, pregiudicando il decoro e la vivibilità del contesto urbano, generando problematiche di sicurezza pubblica». La ratio è «assicurare una serena e civile convivenza» tutelando chi vuole divertirsi e chi ha diritto al riposo.

Confesercenti dice «no»

Per il presidente Daniele Lorieri si tratta di un’ordinanza «iniqua e inappropriata». Il divieto, spiega, «non risolve il problema. Chi si vuole ubriacare lo farà lo stesso, mentre le persone perbene, che si vogliono prendere una birra in spiaggia, non lo faranno. Così facendo noi perdiamo clientela, soprattutto giovane, che d’estate vuole stare all’aperto. Il litorale diventerà un dormitorio, penalizzando chi lavora solo in estate». L’ordinanza, aggiunge, genera disparità: «Uno spritz in spiaggia è vietato, ma in centro città si può bere liberamente. Non sono questi i provvedimenti che garantiscono sicurezza». Critico anche Francesco Bennati di Fiaip Confesercenti. «Innanzitutto non sapevamo nulla. Siamo contrari, perché mettere il vincolo dalle 20 significa che una pizzeria non può vendere una birra con la pizza da asporto. E i locali che lavorano con clientela che consuma nei paraggi cosa dovrebbero fare? chiudere?». Il problema, per Confesercenti, è che «si interviene con ordinanze in assenza di controlli del territorio: basterebbero pattuglie nei punti sensibili. Invece si scarica tutto sui locali, sanzionando i consumi e non gli eccessi. E tutto questo favorendo la grande distribuzione e le app di delivery».

Confcommercio

Più possibilista Francesco Tonarelli, presidente di Fipe Confcommercio, il quale apprezza il fatto che l’ordinanza «sia arrivata in tempo, all’inizio della stagione, e non ad agosto come l’anno scorso». All’interno di Fipe, fa sapere, «c’è chi si lamenta che non potrà vendere alcolici da asporto, e però altri guardano agli effetti della somministrazione di questi prodotti. Perché a Marina la problematica estiva è quella di bande di ubriachi, che si ripresentano con la bella stagione e causano disturbo. Siccome la stagione sembra essere positiva l’ordinanza non è male, perché argina questi fenomeni. A patto però– puntualizza – che ci sia una sorveglianza attiva. Il divieto da solo non basta, perché a due chilometri c’è un supermercato che vende alcolici fino alle 22,30». E sulle ricadute turistiche, per Tonarelli la chiave è offrire un’alternativa attrattiva: «Non è il cocktail a far scappare i turisti. Se la Marina è viva, con vetrine curate e un bel passeggio, la gente ci resta. Se il sacrificio dei commercianti serve a migliorare la sicurezza e vivibilità, ci può stare. L’importante è che la misura non sia fine a sé stessa».


 

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