Il Tirreno

Pena confermata

Massa, la violenta lungo il fiume Frigido: condannato a sei anni e due mesi

di Melania Carnevali
Il parco fluviale del Frigido dove è stata violentata la donna
Il parco fluviale del Frigido dove è stata violentata la donna

La Cassazione ha confermato la pena della corte di appello per il 30enne

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MASSA. Sei anni e due mesi. Questa la pena che un trentenne dovrà scontare per aver violentato sotto il ponte dell’autostrada lungo il Frigido quella che all’epoca dei fatti era un’amica poco più giovane di lui. La Cassazione ha infatti respinto il ricorso dei suoi legali confermando la pena della corte di appello. La donna, dal primo all’ultimo grado di giudizio, è stata assistita dall’avvocato Lara Balderi.

I fatti risalgano al maggio del 2020. È una sera di maggio. La zia, con cui la donna vive, inizia a preoccuparsi quando non la vede rientrare a casa e non riesce nemmeno a contattarla. Chiama quindi l’altra nipote, la sorella della ragazza, che è fuori città, e l e chiede di attivarsi per cercarla. E lei lo fa, ma nulla. Si scoprirà solo dopo che in quegli stessi momenti in cui zia e sorella la stanno cercando, lei sta subendo la violenza. È sotto il ponte all’altezza di via Puliche. Al rientro racconta tutto alla zia e insieme vanno al pronto soccorso dell’ospedale Apuane. Poi sporge denuncia. A portare avanti le indagini è la squadra mobile a cui la ragazza si rivolge due volte: la prima per la raccontare l’accaduto e la seguente con integrazioni con ulteriori dettagli. Gli agenti fanno diversi sopralluoghi lungo il Frigido. Non trovano tracce biologiche perché la vegetazione è fitta, ma individuano i l pilone autostradale sotto cui ipotizzano si sia consumata la violenza: «Era il pilastro più nascosto - dirà poi in aula nel dibattimento del processo di primo grado un poliziotto interrogato dalla pubblico ministero - ed era l’unico punto in cui gli arbusti erano schiacciati, come se qualcuno li avesse pressati con il peso del corpo».

L’uomo finirà a processo e in aula negherà sempre la violenza. Sosterrà che sì, il rapporto sessuale c’è stato ma che era consenziente. Anzi, dice, sarebbe stata lei, la ragazza, a fare la prima mossa. Ricostruzione che stride con quanto ricostruito dagli agenti dalla squadra mobile e dalla procura. Non a caso l’uomo viene condannato in tutti e tre i gradi di giudizio e sabato è stato portato in carcere.


 

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