Il Tirreno

Toscana economia
Tecnologia e ambiente

Marmettola, da inquinante a risorsa grazie a Matec, l’azienda toscana che “pulisce” la lavorazione del marmo – Video


	A destra la filtropressa Matec
A destra la filtropressa Matec

Alessandro Fenili, marketing & communication manager del gruppo: «Con una filtropressa si evita che le polveri si trasformino in marmettola dispersa nell’ambiente e così i materiali residui vengono recuperati e valorizzati come sottoprodotti»

28 novembre 2024
3 MINUTI DI LETTURA





MASSA-CARRARA. Matec Industries, con sede principale a Massa e altre sedi presenti in Australia, Brasile e Turchia, si è specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti per il trattamento dei fanghi derivanti da varie lavorazioni industriali e dall’estrazione mineraria.

L’azienda

In particolare quella del marmo, con macchinari che vengono impiegati per ridurre al minimo la dispersione di polveri che poi si trasformano nella cosiddetta “marmettola”, un sottoprodotto della lavorazione del marmo. Il gruppo – che proprio per la sua mission aziendale improntata sulla sostenibilità è stato sponsor del forum organizzato dal “Tirreno” a Carrara il 22 novembre – si è specializzato nello sviluppo dell’economia circolare attraverso macchinari pensati per ridurre al minimo l’impatto ambientale e trasformare i rifiuti di lavorazione in risorse riutilizzabili. Al centro della produzione tecnologica di Matec si trovano infatti le filtropresse, impianti progettati per disidratare i fanghi industriali.

La spiegazione

«I nostri macchinari trattano fanghi derivati da lavorazioni industriali, attività estrattive o dalla gestione di inerti – spiega Alessandro Fenili, marketing & communication manager del gruppo – Materiali di diverse granulometrie, come sassi, ghiaie o sabbie, vengono separati e riutilizzati. Anche l’acqua impiegata nel processo viene recuperata fino al 95%, rendendo il ciclo produttivo estremamente più sostenibile». Il processo tecnologico include anche vagli e idrocicloni, che permettono di classificare i materiali in base alla loro pezzatura. Una volta separati, quindi, i fanghi vengono filtrati: da un lato si ottengono panetti secchi di argilla o sabbia, utilizzabili in settori come la bio-edilizia e, in alcuni casi, la cosmesi, dall’altro l’acqua recuperata può essere reimmessa nei cicli produttivi.

La marmettola

Una delle applicazioni principali delle filtropresse è nel settore del lapideo, in particolare per la gestione della “marmettola”. Durante le attività estrattive o di lavorazione, i residui di polvere e fanghi possono disperdersi nell’ambiente – specialmente con le piogge – causando problemi di contaminazione. Grazie alle tecnologie Matec è possibile ridurre significativamente questo rischio. «Con una filtropressa si evita che le polveri si trasformino in marmettola dispersa nell’ambiente – aggiunge Fenili – e così i materiali residui vengono recuperati e valorizzati come sottoprodotti». Le filtropresse trovano impiego anche al di fuori del settore lapideo, spaziando da ambiti quali le bonifiche ambientali fino al recupero di materiali provenienti dal settore dell'edilizia. L’obiettivo di questi macchinari è quello di massimizzare il riutilizzo delle risorse, trasformando ciò che era considerato un rifiuto in un prodotto utile. Anzi, in una risorsa. Matec ha affinato la tecnologia delle filtropresse per adattarle a una vasta gamma di applicazioni, dall’estrazione mineraria alle bonifiche ambientali, fino al recupero di materiali edili, dimostrando come innovazione e sostenibilità possano andare di pari passo. «Il nostro obiettivo – conclude Fenili – è quello di fornire soluzioni che non solo migliorano i processi produttivi dei nostri clienti, ma che contribuiscono a costruire un futuro più sostenibile e rispettoso dell’ambiente».

Primo piano
Le previsioni

Meteo in Toscana, fiocchi all’Abetone e in alta Garfagnana: altra neve e freddo in arrivo

di Tommaso Silvi
Sportello legale