Il Tirreno

Violenza

Montignoso, inchiesta choc sulla banda di giovani: sei gli indagati, sequestrati i cellulari

“Bodrega” era il marchio di fabbrica della banda e anche il nome dell’inchiesta
“Bodrega” era il marchio di fabbrica della banda e anche il nome dell’inchiesta

Altri particolari nelle indagini su furti, danneggiamenti, torture agli animali

31 agosto 2024
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MONTIGNOSO. Emergono altri particolari dall’inchiesta choc dei carabinieri che ha portato all’emissione di tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti giovani di Montignoso, arrestati e messi ai domiciliari, tutti e tre maggiorenni. Innanzitutto, gli indagati non sono solo i tre finiti ai domiciliari, ma ce ne sono almeno altri tre: due, anch’essi maggiorenni, la cui posizione è stata ritenuta meno grave e quindi a piede libero; e un altro, tuttora minorenne, per il quale gli atti sono stati inviati alla procura del tribunale dei minori di Genova.

A quanto emerge, la pm titolare dell’inchiesta, la dottoressa Clarissa Berno, non avrebbe ravvisato il reato associativo, in quanto in realtà non si sarebbe trattato di un’associazione a delinquere con una organizzazione, quanto più di una specie di banda di ragazzi che purtroppo non trovavano di meglio che dedicarsi a furti, danneggiamenti nelle scuole e nelle sedi di partito e, cosa ancora più grave se dimostrata, a torturare e uccidere animali (un cane, un gatto e un criceto, a quanto sembra). Vi è da specificare che queste sono le accuse, che dovranno ovviamente essere dimostrate.

Gli avvocati difensori, al momento, hanno solo letto parzialmente la grossa mole di atti dell’accusa, e non avrebbero ancora visto neppure il cd nel quale sono stati inseriti i video dei maltrattamenti agli animali e di altri episodi. Video che sarebbero stati ricavati dai cellulari dei ragazzi. Prima dell’ordinanza che ha disposto i domiciliari, vi era stata una fase intermedia delle indagini, durante la quale la procura aveva chiesto e ottenuto il sequestro degli smartphone in uso agli indagati; e anche i cellulari sono diventati utili per l’accusa.

L’inchiesta ha preso il nome di “Bodrega” perché quella era un po’ la “firma” del gruppo nelle loro azioni, Bodrega è un termine gergale, che in pratica vorrebbe dire sporcare, insozzare, ma anche saltare la scuola, anche se non tutti erano più in età scolastica. Nell’ambito delle indagini era stato disposto anche il sequestro degli animali degli indagati, proprio temendo che anche su di essi potessero sfogare i maltrattamenti.

Una cosa è certa: i capi di imputazione dell’ordinanza di custodia cautelare sono numerosi, una cinquantina, perché la procura ricostruisce tutti gli episodi contestati che si sono succeduti nel tempo: come già scritto nell’edizione di ieri, furto in abitazione, violenza privata, ricettazione, danneggiamento, imbrattamento, maltrattamento di animali, invasione di terreni ed edifici, violazione di domicilio e getto di cose pericolose.

L’indagine era partita dopo il danneggiamento dei locali sede del Partito Democratico di Montignoso, alla fine del mese di ottobre 2023. Avevano imbrattato muri con scritte e disegni volgari, facenti riferimento ad ideologie oppositive alle forze dell’ordine, e l’ammanco di alcuni oggetti risultati asportati. Dagli elementi raccolti durante il sopralluogo e dalle successive indagini i militari hanno potuto ricostruire tutta una serie di presunti illeciti commessi dal gruppo di giovani che dal 2022 fino alla fine dell’anno 2023 si sono resi responsabili, a vario titolo, di numerosi reati tra i quali anche una serie di episodi di danneggiamenti commessi all’interno dell’istituto scolastico Giorgini di Montignoso e in altre strutture pubbliche e private, nonché di alcuni furti sempre all’interno di edifici pubblici e, in particolare, all’interno della scuola oltre a furti in abitazione e atti vandalici.

Tutti e tre gli arrestati nell’interrogatorio di garanzia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ma semplicemente, come spiegano gli avvocati difensori, perché non c’era stato modo di avere piena contezza di tutte le contestazioni. In un secondo momento potrebbero chiedere di essere ascoltati. Nel frattempo, le difese dopo aver letto gli atti e visionato il cd, metteranno in campo anche indagini difensive, per valutare la fondatezza di tutti gli elementi raccolti dalla pubblica accusa.



 

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