Carrara Marble Way fase due: «La sfida è il nodo marmettola»
Il presidente Giuseppe Baccioli si appresta a lasciare la guida della società apuana specializzata nel valorizzare gli scarti dell'escavazione
Carrara Fra poco compie i primi otto anni di vita, e si appresta a cambiare governance nel segno sia della continuità ma anche dell’innovazione. Stiamo parlando della Carrara Marble Way, la società nata a ottobre 2016 con 39 soci, aziende di escavazione, un soggetto dinamico che ha saputo razionalizzare il pianeta dei detriti e degli scarti delle cave. Presidente fin dalla nascita è stato l’ingegner Giuseppe Baccioli, già alla guida di Confindustria apuana; tra qualche mese, lascerà la presidenza: al suo posto un “ticket”, Erich Lucchetti e il manager ingegner Mario Bergamini.
«Arrivato ai 75 anni di età - racconta l’ingegner Baccioli - mi sembra sia il momento di dare spazio a persone più giovani. Sicuramente, visto che è un’azienda che ho costruito e a cui tengo molto, continuerò ad avere un occhio di riguardo».
La società, come si spiega nella presentazione on line, «si propone la finalità di razionalizzare ed ottimizzare la filiera produttiva del marmo, a partire dalla caratterizzazione dei materiali derivati dal taglio al monte e mettendo a punto le necessarie fasi di lavorazione, per ampliarne e diversificarne le modalità di impiego ed i mercati di riferimento». Detto in altre parole, un’azienda che come accennato valorizza i prodotti cosiddetti “secondari” rispetto ai blocchi.
«La Carrara Marble Way nasce - ribadisce l’ingegner Baccioli - per un’esigenza precisa, ovvero tenere pulite le cave: raccogliere gli scarti e le terre. Possiamo chiamarla la Carrara Marble way “uno”; adesso la sfida è quella di affrontare la fase due, e il passaggio necessario è quello di risolvere il nodo marmettola. È su questo che ci stiamo concentrando. Dovremo avere una struttura adatta e chiedere le autorizzazioni a trattare i rifiuti, perché ad oggi la marmettola è un rifiuto, e con progetti che abbiamo, nel medio e lungo termine, riuscire a utilizzare in pieno anche la marmettola».
Che azienda si appresta a lasciare? Gli obiettivi sono stati colti? «Diciamo - osserva Baccioli - che il problema covid ha rallentato, nella fase storica in cui è esploso, alcune idee, ma non la mission principale che come detto era quella di tenere le cave pulite. In questi anni, nonostante quel momento di stasi, l’azienda si è molto consolidata, e grazie ad investimenti pubblici che hanno richiesto grandi quantità dei nostri prodotti, il business è stato proficuo. Pensiamo ai lavori su Genova, o a quelli che saranno su Livorno, ma anche la passeggiata di Marina di Carrara ha avuto bisogno dei nostri prodotti».
Ricordiamo che c’era anche una idea di “spiagge bianche”... «Sì - replica l’ingegner Baccioli - è stato sempre un mio pallino, quello di contribuire al ripascimento delle coste soggette a erosione con spiagge bianche in polvere di marmo ovviamente di adeguata granulometria, ma in Italia ci sono vincoli per cui essendoci qui sabbia grigia, non puoi mettere sabbia di altro colore, lo dico semplificando il concetto. Avremmo voluto portare le nostre sabbie bianche almeno dove non c’era più alcun tipo di spiaggia, ma non è stato possibile nel nostro Paese. Allora ci nuoveremo a livello internazionale, perché il nostro è un prodotto puro, ed è una proposta unica al mondo».
Insomma, si volta pagina... «Sì, personalmente volto pagina, ma anche la Carrara Marble Way con le nuove professionalità in arrivo sicuramente andrà avanti e progredirà. È un’azienda sostenuta con convinzione dai 39 soci, ed è vietato fermarsi: la fase nuova ripartirà dalla grande sfida del recupero della marmettola e la valorizzazione delle “spiagge bianche”», conclude Giuseppe Baccioli.l
M.B.