Il Tirreno

L’inchiesta

Carrara, cani da caccia rubati e farmaci salvavita spacciati come dimagranti – In nove a processo

di Massimo Braglia
Carrara, cani da caccia rubati e farmaci salvavita spacciati come dimagranti – In nove a processo

Fu recuperato un cane Lagotto femmina incinta di sei cuccioli rubato prima che gli fosse tolto il chip

12 maggio 2024
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CARRARA. Sono in nove sotto processo per ricettazione, riciclaggio e falso. I loro nomi erano emersi nell’ambito dell’inchiesta che portò in carcere il medico radiologo del Noa, Franco Sanguinetti. Le conversazioni tra gli accusati nel procedimento in corso e il dottore - la cui posizione è stata stralciata e che ha patteggiato una pena a quattro anni - avevano rivelato un giro di oro e pietre preziose rubati e rivenduti per occultarne la provenienza. Non solo. L’ipotesi di riciclaggio riguarderebbe cani da tartufo – fra cui due esemplari di «Lagotto» - che le indagini consentirono di individuare e restituire ai legittimi proprietari, a cui erano stati sottratti.

Dalle intercettazioni e dalle indagini è scaturita anche l’accusa di falso - sostenuta dalla Procura - per una serie di certificati a cui il medico radiologo avrebbe apposto la firma di colleghi ignari, con l’obiettivo di attestare patologie fittizie, che permettevano agli «amici» detenuti in carcere di usufruire di benefici.

La genesi

Le indagini condotte dall’allora pm Alessia Iacopini ricostruirono i dettagli di una vicenda complessa che esplose nel 2017 con l’arresto del dottor Sanguinetti. Quello che inizialmente sembrava un provvedimento nei confronti di un medico assenteista in realtà assunse altri contorni. Due mesi e mezzo d’intercettazioni consentirono agli inquirenti di mettere a fuoco un’altra storia, fatta di furti su commissione nelle case, cani da caccia rubati e farmaci spacciati come dimagranti che in realtà erano salvavita, anche scaduti. Una parte di quelle accuse (non i farmaci) è confluita in questo procedimento.

Nel processo in corso, e di cui ieri si è tenuta un’altra udienza, di fronte al collegio presieduto dal giudice Fabrizio Garofalo (a latere Fulvio Biasotti e Antonella Basilone), sono state ripercorse le indagini, condotte e coordinate dalla dottoressa Elisabetta Moretti commissario capo della Squadra Mobile di Massa, che ha esposto gli atti dell’inchiesta per quasi quattro ore.

Agli atti ci sono anche immagini, foto scattate dagli inquirenti su appostamento - i movimenti dei soggetti attenzionati erano monitorati - e finite nel fascicolo; in aula, ieri come pm la dottoressa Elena Marcheschi.

Gli imputati

I nove a processo sono Valerio Baratto, 47 anni, residente a Sarzana, avvocati Paolo Munafò e Gianluca Dell’Amico; Luigina Clotide Lafleur, detta Viola, anch’essa residente a Sarzana, avvocati Paolo Munafò e Giuseppe Del Papa; Sandro Baratto, 71 anni, Sarzana, avvocati Paolo Munafò e Giuseppe Del Papa; Vincenzo Solimando, 53 anni, avvocati Riccardo Balatri e Pasquale Iodice; Rosa Ferri detta Katia, 57 anni, residente a Montecatini, avvocato Nicola Muncibì; Piero Grassi, 70 anni, Carrara, avvocato Massimiliano Bertolucci; Angiolo Greco, 60 anni, avvocato Nicola Muncibì; Valentina Grassi, 34 anni, Carrara, avvocato Massimiliano Bertolucci; Franca Casoni, 52 anni, Carrara, avvocato Claudia Volpi.

Le contestazioni

Fra gli episodi contestati, a Sandro Baratto e Luigina Clotilde Lafleur, il riciclaggio in concorso per aver ceduto al dottor Sanguinetti monili e preziosi di provenienenza ritenuta furtiva a 3.600 euro; gli stessi due più Valerio Baratto sono accusati di riciclaggio, perché, sempre secondo le accuse, si adoperarono a far operare un cane di razza Lagotto, per asportargli il microchip, cane rubato a Scarperia; operazione non fatta grazie all’intervento delle forze dell’ordine, come è stato ricostruito in aula ieri. Era maggio del 2017, l'auto con a bordo Sandro Baratto, Valerio Baratto, Clotilde Lafleur, parcheggia davanti allo studio di Sanguinetti in viale XX Settembre ad Avenza a Carrara. Gli investigatori chiedono alla polizia municipale di Carrara di controllare l’auto con una scusa; viene trovato il cane, portato al comando e si accerta che era appunto stato rubato. Era stato rasato per renderlo irriconoscibile, era una femmina incinta di 6 cuccioli.

Quanto al falso ideologico e materiale, per alcuni certificati medici, sempre in concorso con il dottor Sanguinetti (per il quale come detto si è proceduto a parte), sono sotto accusa Sandro Baratto, Vincenzo Solimando, Rosa Ferri, Angiolo Greco, Piero e Valentina Grassi, Franca Casoni.

Infine, Valerio Baratto deve rispondere di ricettazione per aver ricevuto un cane di razza Lagotto, provento di un furto commesso a Pontedera nel gennaio del 2015, a cui era stato sostituito il microchip.

Franco Sanguinetti

Ricordiamo che il medico radiologo Franco Sanguinetti, 63 anni, per la tranche principale dell’inchiesta, è attualmente in carcere, a finire di scontare i quattro anni, perché il Tribunale di Sorveglianza di Genova aveva revocato - con efficacia dall’inizio dell’esecuzione della misura alternativa - l’affidamento in prova al servizio sociale al quale era stato ammesso, «per grave violazione del percorso rieducativo»: in particolare, come aveva ricostruito la Cassazione, «nel corso dell’esecuzione della misura dell’affidamento in prova, la polizia giudiziaria aveva comunicato ulteriore notizia di reato per condotte analoghe (truffa continuata e peculato)». Nel quadro accusatorio era emerso che non solo lasciava il posto di lavoro per lavorare in uno studio privato, ma si sarebbe incontrato con due sinti residenti a Sarzana che lo rifornivano di orologi, gioielli e monili d’oro di provenienza furtiva. E lui li rivendeva a gioiellieri amici.Il patteggiamento aveva chiuso quella partita, e il dottor Sanguinetti aveva ripreso anche a lavorare, grazie all’affidamento in prova. Era diventato consulente di strutture pubbliche in Emilia Romagna, Veneto e Toscana; a novembre 2021 però una informativa dei carabinieri di Treviso lo inguaiava, perché in sostanza lo accusava di utilizzare i macchinari pubblici anche per la sua attività privata. Dovrebbe tornare in libertà a luglio.

Prossime udienze

Prossima udienza del processo ai nove imputati il 17 giugno alle 15, quando ci sarà il controesame della dottoressa Elisabetta Moretti; già fissata anche un’udienza il 3 luglio, e, dopo la pausa estiva, il 16 settembre.
 

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