Stop al medico sull’ambulanza. Ecco come cambia il 118: la protesta in Lunigiana
L’Asl risponde al sindaco di Tresana che aveva criticato le nuove direttive dell’azienda sanitaria
LUNIGIANA. La riforma prevista dalla Regione per il servizio di emergenza-urgenza – il 118 – preoccupa e fa dissentire molti sindaci lunigianesi. E a riaccendere l’attenzione oggi è lo stop al medico sull’ambulanza, approvato, assieme ad altre cose, nella seduta del Consiglio Regionale del 12 settembre. Secondo quanto prevede la riforma, il medico sarebbe da questo momento presente solo in caso di necessità e solo tramite automediche.
E proprio sul tema di recente era intervenuto il sindaco di Tresana Matteo Mastrini.
«La direttrice generale dell’Asl nord ovest Maria Letizia Casani – aveva detto Mastrini – avrebbe stoppato l’attività dell’ambulanza medicalizzata del 118 di Aulla già per ottobre».
Quindi l’altolà del primo cittadino che ha ricordato che quel mezzo con il medico a bordo, che in gergo si chiama “Mike”, «si occupa del trasporto dei pazienti verso gli ospedali locali e verso Noa, Opa di Massa, Ospedale di Cisanello, Meyer di Firenze» e «dà copertura a tutta la bassa Lunigiana, spesso anche oltre; se le automediche di Fivizzano e Pontremoli fossero impegnate in interventi primari, essa verrebbe, come avvenuto in passato, utilizzata per la gestione delle aree di Fivizzano e Pontremoli».
Ieri è giunta la risposta dell’Asl nord ovest: a Mastrini, intervenuto sulla questione dell’ambulanza medicalizzata “Mike” di Aulla, risponde il direttore dell’area emergenza urgenza 118 Andrea Nicolini che spiega l’attuale situazione dei servizi 118 in Lunigiana.
«L’attività dell’emergenza territoriale – spiega Nicolini – è cambiata molto nell’ultimo periodo. Dieci-quindici anni fa la presenza di un’ambulanza medicalizzata su un determinato territorio era in effetti fondamentale; con la nuova organizzazione delle centrali operative 118, c’è invece oggi una rete di soccorso integrata e differenziata su tre livelli, ovvero automedica, ambulanza infermieristica e ambulanza con soccorritori di livello avanzato, in grado di garantire, sulle 24 ore e 365 giorni all’anno, un soccorso qualificato e in linea con le esigenze del territorio».
«Ricordo che in Lunigiana – aggiunge Nicolini – è possibile contare su tre automediche (ad Aulla, Pontremoli e Fivizzano) che, rispetto alle ambulanze con il solo medico a bordo, assicurano nei soccorsi più complicati la presenza di un’equipe sanitaria (medico e infermiere) direttamente sul luogo dell’intervento; si tratta di una situazione che di fatto replica sul territorio le competenze ospedaliere. Mi riferisco in particolare alle patologie tempo-dipendenti quali l’arresto cardiaco, l’infarto miocardico, l’ictus e il politrauma. Ovviamente, quando è necessaria la presenza sull’ambulanza di un ulteriore sanitario, come in occasione di trasferimenti di pazienti da un ospedale all’altro (all’interno della nostra rete aziendale o verso strutture regionali), essa viene sempre garantita. Possiamo rassicurare la cittadinanza sulla capacità del sistema 118 di rispondere alle necessità del territorio. Va in questa direzione il piano di riorganizzazione del 118, che seguirà le linee di indirizzo della delibera regionale 1424/2022, che stiamo attualmente discutendo con i portatori d’interesse anche della zona della Lunigiana».