Hotel Dany di Massa all’asta, la solidarietà dei colleghi albergatori: «Struttura importante»
La prima udienza è fissata per il 26 settembre 2023. A fine maggio però i beni della società andranno all’asta. Giannetti: «Auguriamo una risoluzione»
MASSA. Federalberghi Confcommercio Costa Apuana, una volta apprese a mezzo stampa le ultime notizie riguardanti la vicenda dell’Hotel Dany di Marina di Massa, intende esprimere tutta la propria vicinanza alla proprietà della storica struttura.
«Alla collega Daniela Balloni - afferma Sabrina Giannetti, presidente provinciale di Federalberghi - va la nostra completa vicinanza per quanto sta attraversando. A lei e alla sua famiglia auguriamo di cuore di poter risolvere quanto prima e nel migliore dei modi possibili la vertenza che riguarda l’Hotel Dany. Tutto questo perché consapevoli non solo del ruolo di primo piano che la struttura ricopre da tanti anni per il comparto turistico - ricettivo della provincia di Massa Carrara, ma anche del grandissimo impegno associativo che da sempre caratterizza l’attività dell’amica Daniela».
Il prestigioso Hotel Dany di Marina di Massa va infatti all’asta dopo un’odissea giudiziaria iniziata il 26 aprile del 2018 con un ricorso di concordato preventivo presentato dai soci davanti al Tribunale di Massa per definire le loro esposizioni debitorie.
Tale proposta veniva respinta dal Tribunale di Massa che con la sentenza del 21 maggio 2019 riteneva inammissibile la procedura di concordato preventiva e contestualmente dichiarava il fallimento della società. Secondo i giudici «la proposta e il piano non appaiono assistiti da effettive garanzie a tutela del ceto creditorio».
I soci presentavano ricorso alla Corte di Appello di Genova che con la sentenza del 30 gennaio 2020 accoglieva l’impugnazione, revocava il fallimento e rimandava gli atti al Tribunale di Massa che con decreto del 22 dicembre 2020 avviava la procedura concorsuale omologata il 25 ottobre dello scorso anno.
Secondo la società Hotel Dany si tratterebbe in buona parte di una rivalutazione degli stessi elementi di fatto e di diritto che erano già noti al Tribunale di Massa quando aveva dichiarato l’assenza dei presupposti per l’ammissione della società al concordato preventivo condannandola perciò al fallimento. La società sostiene di aver patito danni e che ne patirà «a seguito di questa esperienza fallimentare».
Segnala la perdita di avviamento commerciale, la dispersione dei segreti aziendali e del know how, i costi della procedura fallimentare e i mancati guadagni. Chiede che di questo ne risponda l’amministrazione statale. Per questo motivo la società ha fatto causa allo Stato Italiano. La causa è pendente davanti alla Corte di Appello di Genova.
La prima udienza è fissata per il 26 settembre 2023. A fine maggio però i beni della società andranno all’asta.
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