Massa, droga ai minorenni e dose quotidiana di crack al figlio di 17 anni: in carcere la madre e il compagno
Compravano la cocaina per poi cuocerla e darla all’adolescente, che ha cominciato a dare segni di assuefazione. Coinvolte altre sei persone
MASSA. L’accusa è quella di aver spacciato droga a dei minorenni. Così, con un blitz all'alba da parte dei carabinieri del comando compagnia di Massa, 30 militari dell’Arma hanno dato esecuzione a 8 misure cautelari nel capoluogo apuano e diverse perquisizioni domiciliari.
Come si sottolinea in una nota, non è stata una delle consuete attività di indagine volte al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti quella che stavolta ha affrontato il Nucleo radiomobile della compagnia carabinieri del capoluogo massese, non tanto per le tipologie di reati accertati, quanto per la gravità dei fatti documentati in relazione al coinvolgimento di ragazzi minorenni. I militari, infatti, già dalle preliminari attività investigative, hanno documentato le modalità con le quali una donna e il suo compagno, entrambi residenti nel capoluogo e già noti alle forze di polizia per via dei loro trascorsi, da diverso tempo consegnavano al figlio minorenne della donna, sostanza stupefacente del tipo "crack", permettendogli di assumerla con cadenza quotidiana.
Proprio la gravità di tali fatti permetteva un avvio tempestivo dell’indagine che si è svolta, sia mediante l'ausilio di strumentazione tecnica, che attraverso metodi tradizionali d’indagine.
Nel corso delle attività coordinate dalla Procura della Repubblica di Massa, i militari hanno potuto documentare come la coppia, facendosi supportare anche da altri soggetti, acquistava quotidianamente cocaina in polvere da diversi fornitori marocchini gravitanti nel capoluogo e, dopo le operazioni di “cottura” dello stupefacente, lo consegnavano al minore, il quale iniziava anche a evidenziare segni di assuefazione.
Gli accertamenti permettevano anche di appurare come il gruppo coinvolto nella vicenda si ingegnava nel diversificare le modalità di consegna, spingendosi fino a coinvolgere il fratellino ancora più piccolo del ragazzo, al fine di non destare sospetti nel parente a cui i minori erano stati da tempo affidati dal Tribunale dei Minorenni di Genova.
Vista la gravità della situazione, i due ragazzi venivano tempestivamente allontanati dal capoluogo apuano e collocati in due distinte strutture specializzate.
I copiosi elementi di prova permettevano al Giudice per le indagini preliminari del tribunale apuano di valutare la richiesta di misura formulata dalla Procura e di emettere 8 distinte misure cautelari personali. Infatti, i due compagni, dopo le formalità di rito relative al loro arresto, venivano rispettivamente tradotti presso la casa di reclusione di Massa e di Pisa, mentre nei confronti degli altri sei indagati, dei quali due ritenuti responsabili di concorso nelle attività di cessione di stupefacenti al minore e quattro del reato di spaccio di sostanze stupefacenti nei confronti di altri soggetti, sono state applicate misure cautelari che vanno dall'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria al divieto di dimora nella provincia di Massa-Carrara.
Le misure venivano tutte notificate tranne ad un soggetto che si è reso irreperibile. Gli indagati dovranno tutti rispondere dinnanzi all'autorità giudiziaria dei reati provvisoriamente contestati e, in tale contesto, fornire le loro giustificazioni e articolare la propria difesa a fronte dell’impianto accusatorio costruito nei loro confronti.
L'attività di indagine eseguita dai carabinieri, si sottolinea, rappresenta l'ennesimo colpo al contrasto dello spaccio di stupefacenti nel territorio apuano, capace di fornire una tempestiva risposta ad una situazione particolarmente preoccupante che meritava tutta l'attenzione e la sensibilità del caso.