Massa, addio a Giovacchino Pitanti, leader della lotta operaia: ha combattuto per il lavoro e l’uguaglianza
In prima fila nella vertenza Eaton, uomo di sinistra e grande tifoso della squadra bianconera. I compagni della Cgil: «Un punto di riferimento per tutti noi»
MASSA. C’era qualcosa che ti conquistava nella sua veracità, nel gesticolare, nel parlare deciso, nell’accento massese mai nascosto, ma rivelato. A dire chi era, a ricordare l’origine, l’identità. Era un uomo vero Giovacchino Pitanti. E non si è tradito mai. Se n’è andato e lascia ammutolita un’intera città.
Sempre fedele a se stesso, alle idee, ai compagni operai per cui ha lottato con le unghie, senza arrendersi mai. Capace di tener duro e dare battaglia senza incupirsi, con gli occhi verdi che sorridevano e quella naturale disposizione ad accogliere. Un operaio prima di tutto e un uomo di sinistra, convinto difensore del diritto al lavoro, critico nei confronti delle logiche economiche delle multinazionali, difensore strenue dei valori di uguaglianza reale. Leader nella verità dei suoi comportamenti, nella coerenza di chi non ha accettato compromessi, Giovacchino è stato il protagonista nella lotta dei lavoratori ex Eaton. L’operaismo lo conosceva, lui che in fabbrica c’era cresciuto, lui che aveva assistito prima allo sviluppo industriale poi alle tristi dismissioni. Rsu Fiom, in prima fila durante il blocco del traffico lungo l’autostrada a difesa dei lavoratori Eaton, rimase ferito e finì in ospedale. Operaio, uomo di sinistra e grande tifoso della squadra bianconera.
Tornitore e fresatore, aveva lavorato nell’indotto del marmo, poi in Eaton fino alla delocalizzazione. Dopo la chiusura dello stabilimento, è stato a lungo senza lavoro, fino a pochi anni fa quando è stato assunto da una ditta dell’indotto Pignone. Poi la malattia, una prima volta, e ancora. L’operazione e quel male che torna di nuovo. A chi lo chiamava, Giovacchino raccontava la sua esperienza che ha voluto condivisa. Consapevole fino all’ultimo minuto. Fino a ieri quando ha lasciato sua moglie Loriana, sua figlia Laura, il fratello Antonio, la mamma Gina. Adesso la città piange quell’uomo che è stato simbolo dell’orgoglio del lavoro e della consapevolezza che per i diritti si debba sempre essere pronti a lottare: «La vertenza Eaton – scrive la Cgil in una nota – anticipò i tempi di quella che negli anni successivi sarebbe divenuta una prassi delle multinazionali relativamente alle di dismissioni. Quella classe operaia riuscì a comprendere in anticipo e lucidamente i processi di cambiamento e di ristrutturazione in atto a livello capitalistico negli anni della globalizzazione più sfrenata. Giovacchino, un compagno che di quella lotta fu uno dei maggiori protagonisti ed interpreti, è venuto a mancare. Un punto di riferimento per la Fiom e la Cgil, sia come militante ed Rsu che come dirigente». Commosso, Fabio Evangelisti, ricorda la lucidità di Giovacchino «fino all’ultimo istante. Lucido come le analisi politiche che proponeva, come quando si batteva nelle assemblee e nelle piazze per salvare dalla chiusura il suo stabilimento, la Eaton».
È un saluto e una ricostruzione quella di Roberto Pucci: «Con Giovacchino abbiamo iniziato a frequentarci al momento della crisi Eaton, lui leader naturale della fabbrica, io sindaco. Lui che esprimeva la rabbia di quella fabbrica tradita, prima premiata come migliore azienda del gruppo multinazionale, poi rottamata ...Io, costernato ed arrabbiato perché ero stato coinvolto nelle premiazioni dei dipendenti e poi impegnato con le istituzioni per evitare lo scempio...Tutti abbiamo poi avuto modo di leggere le sue considerazioni sullapolitica generale e locale, sempre puntuali, mai accondiscendente. Un pungolo per tutti... La città perde una mente lucida, un pungolo per una società più giusta ed equilibrata». Massa perde il suo Giovacchino: oggi alle 15 alla chiesa di Romagnano l’ultimo saluto.
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