Il Tirreno

MASSA

Invalido con i beni pignorati. «È riconosciuta la sua disabilità»

Luca Signorini
Aula di tribunale (foto d'archivio)
Aula di tribunale (foto d'archivio)

Iniziato l’incidente probatorio sul caso del 48enne accusato di frode all’Inps

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MASSA. «In molte parti della relazione viene riconosciuta la disabilità del mio assistito, anche se viene sottolineato che in alcuni casi la sua condizione è migliorata. Ci sono comunque diversi aspetti da chiarire». Lo dice l’avvocato Valentina Bertini, difensore di Andrea Ferrara, il 48enne originario di Empoli, ora tornato a vivere dai genitori a Massa, che a novembre ha subito il sequestro preventivo di tutti i suoi beni, con l’accusa di aver truffato l’Inps fingendosi un falso invalido, e dunque percependo indebitamente l’assegno mensile. Ieri in tribunale a Firenze si è tenuto l’incidente probatorio che doveva accertare le sue effettive condizioni fisiche, in sostanza per capire se sia o meno invalido, partendo da una perizia fornita da due neurochirurghi di Modena, incaricati nel febbraio scorso dal gip Agnese Di Girolamo. L’atto irripetibile non si è però concluso e proseguirà il 14 settembre: la relazione dei due medici, che è stata depositata in tribunale, non è arrivata nei termini stabiliti al perito di parte, il dottor Daniele Barbaro di Livorno. Così la difesa di Ferrara ha chiesto il rinvio dell’esame, «perché ci sono numerosi aspetti da chiarire», come sottolinea l’avvocato Bertini. Che aggiunge: «Il mio cliente sta facendo uso di cannabinoidi e morfina sotto prescrizione medica. A volte cammina meglio, a volte peggio. Ma il suo quadro clinico, con tutte le patologie di cui soffre, è peggiorativo, non migliorativo». Tra tre mesi il giudice deciderà se archiviare il caso o rinviare a giudizio il 48enne per truffa ai danni dello Stato (l’Inps nello specifico). L’accusa che viene mossa a Ferrara dagli inquirenti fiorentini, che gli contestano di aver percepito indebitamene oltre 114.000 euro fin dal 2012, è quella di aver indotto in errore i medici che lo hanno visitato nel corso del tempo: sfruttando il fatto di soffrire di una patologia potenzialmente suscettibile di determinare incapacità motoria, è l’ipotesi dell’accusa, l’uomo avrebbe finto di non poter camminare di fronte all’esame degli specialisti. In effetti Ferrata nel corso delle indagini è stato visto deambulare. Quello che però gli investigatori non avrebbero preso in considerazione, è che si tratterebbe di situazioni eccezionali (ovvero la possibilità di camminare) rese possibili dalla pesanti terapie a cui l’uomo si sottopone, circostanze insomma saltuarie che non modificano in alcun modo l’estrema gravità della sua condizione fisica. In effetti, grazie ad iniezioni di morfina e all’utilizzo di cannabis terapeutica, a volte Ferrara è riuscito a vincere i dolori, alzarsi dalla sedia a rotelle sulla quale è costretto e avviarsi a camminare. Ma – è la tesi della difesa – si tratta di casi straordinari e legati appunto all’assunzione di massicce dosi di antidolorifici, sostanze che fanno parte del suo percorso di cura.l
Luca Signorini

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