Il Tirreno

tribunale 

Offese al comandante dei vigili sui social, ma il giudice archivia

Il post del videomaker Bigini che alludeva a rapporti sessuali con una consigliera  era diventato virale, il tribunale: «Non si identificano persone»

05 ottobre 2021
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massa. Era stato querelato dal comandante della polizia municipale di Massa, Fernando Della Pina, che lo accusava di averlo diffamato con una frase pubblicata sulla sua pagina Facebook in cui alludeva a rapporti sessuali con una consigliera comunale. Ma il giudice per le indagini preliminari, Marta Baldasseroni, su richiesta dalla procura, ha archiviato il caso.

Protagonista Franco Bigini, videomaker massese, che nel dicembre del 2019 pubblicò sulla sua pagina Facebook una frase rivolta al comandante della polizia municipale, frase poi condivisa nella varie pagine social cittadine. Nel gennaio successivo, Della Pina ha depositato la querela.

Secondo la procura però non solo «i tentativi di completa identificazione dell’odierno indagato sono destinati a rimanere infruttuosi a causa del sistematico rifiuto di collaborazione investigativa opposto dalla società statunitense Facebook», ma «si ritiene comunque insussistente l’elemento oggettivo del delitto di diffamazione», si legge nella richiesta di archiviazione. In tema di diffamazione a mezzo stampa «la configurabilità del reato deve correlarsi a espressioni riferibili, ancorché in assenza di indicazioni nominative, a persone individuato o individuabili dai riferimenti contenuti nella pubblicazione». Nella frase pubblicata da Bigini, mancavano, secondo la procura, qualsiasi riferimento all’amministrazione comunale. «L’individuazione della persona offesa è quindi il frutto di mere intuizione o soggettive congetture insorte in chi, per sua scienza personale e diretta, è consapevole di poter essere il destinatario delle frasi offensive».

Il giudice Baldasseroni, sulla base delle conclusioni della procura, ha disposto l’archiviazione del procedimento penale, sostenendo che «si ritengono condivisibili le argomentazioni formulata dal pubblico ministero, atteso che dal tenore generico del post asseritamente diffamatorio non è dato comprendere né chi sia il dirigente della municipale né chi sia la consigliera di cui si parla», si legge nell’ordinanza del tribunale di Massa, che aggiunge: «Il post non reca alcun riferimento all’amministrazione comunale di appartenenza del dirigente della municipale di cui si parla, né tale dato si può ricavare dalle informazioni del profilo dell’utente Franco Bigini, dal solo utilizzo del dialetto massese e neppure dal mero fatto che il post sia stato condiviso da gruppi che afferiscono alla realtà di Massa, trattandosi di circostanza indipendente dell’autore del post».

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