Il Tirreno

Apertura della cava alla Focolaccia, Apuane libere scrive al ministro

Manuela D’Angelo
Apertura della cava alla Focolaccia, Apuane libere scrive al ministro

L’associazione chiede a Cingolani di imporre lo stop. A settembre catena umana intorno all’Aronte

18 agosto 2021
3 MINUTI DI LETTURA





MASSA. “Risparmiate quel che resta del passo della Focolaccia”. L’appello arriva dall’organizzazione di volontariato Apuane Libere, che sta organizzando una “catena umana” attorno al rifugio Aronte, il prossimo 26 settembre, per opporsi alla riapertura del sito estrattivo e che ieri ha inviato una richiesta di sopralluogo al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e all’assessore all’ambiente della Regione Toscana Monia Monni, per informarli “del tremendo ecocidio che si sta consumando nel geosito apuano”.

«Un luogo –spiega Gianluca Briccolani, presidente della associazione – che andrebbe protetto anziché ulteriormente abbassato». A seguito della notizia della riapertura del cantiere “marino” di cava Piastramarina al Passo della Focolaccia, voluta dall’amministrazione comunale di Massa, Apuane Libere ha deciso di inviare un dossier a tutti gli enti, nazionali e regionali, che si occupano di far rispettare le leggi in materia ambientale: «Siamo stufi – spiega Briccolani – di subire la riapertura di siti estrattivi chiusi da decenni ed in parte rinaturalizzati, ma soprattutto, non accetteremo mai che le poche leggi che ancora tutelano i nostri monti, vengano sistematicamente derogate dalla politica, procurando voragini incolmabili in termini paesaggistici ed erariali. In questa direzione abbiamo voluto scrivere al ministro Cingolani e all’assessore Monni presentando quel lungo elenco di violazioni al codice dell’ambiente che dal 1959, anno del primo colpo di martello pneumatico alla Focolaccia, sino ai giorni nostri, sono state autorizzate a compiersi in questa bellissima e storica zona delle Alpi Apuane».

Cava Focolaccia rientra tra quelle di prossima riapertura grazie ai Pabe, i piani attuativi dei bacini estrattivi, che il Comune ha adottato, prima della pausa estiva del Consiglio comunale e che adesso saranno oggetto delle osservazioni dei cittadini. Per capire a che punto siamo, basta riprendere in mano la scheda di cava Focolaccia in cui si legge, tra le altre cose, che “l’apertura del sito estrattivo è a rischio inquinamento acque dei fiumi e quindi condizionata, in futuro, dalla verifica e dal monitoraggio delle sorgenti del Frigido e del Renara”. L’ex sindaco Roberto Pucci quella cava la voleva chiusa; l’ultima autorizzazione risale al 2011 per la sistemazione delle difformità arrecate ai luoghi e la ricostruzione del profilo della montagna; nel 2013 l’autorizzazione fu sospesa per violazione a questa ordinanza e ne susseguirono numerosi ricorsi al Tar. Oggi procede l’iter della sua riapertura.

«A uno dei primissimi posti nel grande disastro ambientale apuano – spiega sempre Briccolani – vi è senza ombra di dubbio, l’abbassamento di quella sella di origine glaciale posta a 1650 metri di quota al confine tra le province di Lucca e di Massa-Carrara e che prima degli anni cinquanta era conosciuta con il nome di Passo della Focolaccia. Oggi, quella bellissima lente marmorea a due passi dal rifugio più antico delle Alpi Apuane, il Bivacco Aronte, è stata completamente abbassata di novanta metri, lasciando un mostruoso cratere a cielo aperto visibile addirittura anche da alcune zone dell’Emilia Romagna. Vogliamo affermare di non essere d’accordo con l’assessore del Comune di Massa Paolo Balloni il quale ha dichiarato pubblicamente che, anche se escavato, questo importante geosito verrebbe ugualmente protetto e resterebbe tale. Invece, pare proprio che sopra questa importante lente marmorea compresa tra le cime del monte Cavallo e della Tambura, si allestirà nuovamente quella famigerata “mangiatoia apuana”, che da decenni mette d’accordo partiti dei più diversi schieramenti. Consci che questa tendenza a riaprire cave vada stroncata sul nascere – conclude Briccolani – abbiamo indetto per domenica 26 settembre una pacifica catena umana intorno al bivacco Aronte, per opporci, se necessario con i nostri corpi, a questo nuovo folle progetto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
Fisco e lavoro

Decreto 1° maggio, Meloni: bonus da 100 euro per i dipendenti con reddito sotto i 28mila euro