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Ricoverato per oltre 40 giorni ora è guarito dal Covid: «Grazie per avermi salvato e fatto la barba»

Alessandra Vivoli
Ricoverato per oltre 40 giorni ora è guarito dal Covid: «Grazie per avermi salvato e fatto la barba»

Marcello, 67 anni, carrozziere in pensione è stato in ospedale a lungo: «Medici e infermieri sono davvero degli angeli»

30 aprile 2021
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Massa. «Grazie per avermi curato, sostenuto. E grazie anche per avermi lavato e sbarbato perché in fondo anche un malato ha la sua dignità e voi, con grande tatto, lo avete capito».

Scrive così in una lettera vergata a mano su un quaderno a quadrettoni, Marcello Muscio, 67 anni. È appena uscito dall’ospedale: nelle statistiche è uno dei guariti dal Covid. Nelle sue parole scritte a mano c’è una storia che parla di malattia, di solidarietà e di accoglienza. Di gentilezza, quella che ha trovato in ospedale. Marcello è stato ricoverato al Noa il 15 marzo con la saturazione a 70 e una polmonite bilaterale. Nel giro di pochissimo tempo è sopraggiunta una embolia polmonare: Marcello è stato intubato per 21 giorni.

Il suo è stato un lunghissimo ricovero, 42 giorni, che gli hanno portato via venti chili.

È tornato a casa da poco Marcello ha potuto riabbracciare la sua grande famiglia e i suoi quattro splendidi nipotini, Vincenzo, di 13 anni, Ludovico di 11, Flavio di sette e la piccola Bianca di soli cinque mesi.

Marcello è di origini pugliesi, nasce come carrozziere nello specifico come “battilama” oggi un mestiere che fanno in pochi in quanto fanno prima a sostituire il pezzo della carrozzeria. Poi ha lavorato come verniciatore alla Barsanti macchine.

Una vita semplice quella di Marcello dove, il 15 marzo scorso è entrato con violenza il Covid.

Lui racconta che durante il periodo in cui era intubato sentiva la presenza delle persone a lui care dargli forza e amore e anche grazie a questo non ha mai smesso di combattere contro quel terribile virus che è entrato nella sua vita. E lo ha fatto grazie a un reparto che, oltre alle cure, gli ha fatto sentire il calore, il cuore.

«Sono entrato nel vostro reparto il 15 marzo scorso – scrive Marcello nella lettera indirizzata al reparto Covid terapia intensiva del Noa – in gravissime condizioni. Ed è grazie a voi se oggi sono ancora qui con la mia famiglia. Grazie per tutto quello che fate, per la gentilezza e la professionalità con cui mi avete aiutato».

«Grazie – continua Marcello – per il conforto, grazie per avermi lavato e anche sbarbato, perché in fondo anche un malato ha la sua dignità. Siete uno staff meraviglioso e nonostante i 42 giorni di ricovero , di cui 21 intubato, insieme siamo riusciti a sconfiggere questo mostro».

«Il covid esiste – aggiunge Marcello – ed io ne porto i lividi e le cicatrici e voglio dire a chi si trova in questo brutto vortice di non perdere mai la speranza. Non bastano le parole per esprimere la mia gratitudine per tutti voi e la vostra vocazione. Grazie dal profondo del mio cuore».

Sono parole semplici quelle di Marcello.

«Mio padre - dice il figlio Giorgio – ci tiene davvero tanto a ringraziare tutto il reparto di terapia intensiva covid del nostro ospedale. È il primo pensiero che ha avuto quando è arrivato a casa. In tutti quei lunghi giorni del suo ricovero non ha trovato solo la professionalità. Ha trovato la gentilezza e la sensibilità: questo lo ha davvero aiutato a superare anche i momenti più difficili».



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