Il Tirreno

Un corto per raccontare la vicenda Farmoplant di Massa ai ragazzi delle scuole

David Chiappuella
Un corto per raccontare la vicenda Farmoplant di Massa ai ragazzi delle scuole

Il progetto di Bigini dopo la proiezione a Venezia 

20 settembre 2019
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MASSA. Si è da poco conclusa la 76ª edizione della Mostra del cinema di Venezia, che, per la prima volta nella storia della manifestazione, ha avuto protagonisti inusuali. Durante la giornata clou del Festival, infatti, manifestanti provenienti da tutto il mondo sono riusciti ad insediarsi sul red carpet, sollevando cartelli ed intonando slogan, per richiamare l’attenzione su temi cruciali per l’ambiente, sulla scia della giovane attivista svedese Greta Thunberg. Ma l’ambiente si è guadagnato un posto anche tra i premi dei film in concorso alla Mostra. “J’accuse” di Roman Polansky, infatti, si è guadagnato il Gran premio della Giuria e il Green Drop Award 2019, riconoscimento che Green Cross Italia assegna ogni anno alla pellicola che meglio rappresenti i valori ambientali e della cooperazione dei popoli.

Alla Mostra della laguna, inoltre, nel contesto Venice Production Bridge (Forum Fedic), ha partecipato anche il cortometraggio “Morte-Dison”, diretto dal giovane cineoperatore massese Franco Bigini del cineclub Phoenix Cinematografica e dedicato alla vicenda della Montedison/Farmoplant e all’inquinamento chimico residuo del Sin/Sir apuano. La proiezione veneziana di “Morte-Dison”, già premiato lo scorso gennaio al Ferrara film corto, è stata molto gratificante per Bigini, impegnato adesso nel tentativo di realizzare un lungometraggio del suo lavoro: «Il mio obiettivo -ha spiegato il filmaker apuano- è far conoscere il progetto all’interno dei festival dedicati agli autori di cortometraggi e renderlo poi fruibile alla cittadinanza ed alle scuole».

L’associazione Phoenix Cinematografica fa parte del coordinamento dei comitati e delle associazioni per la depurazione e le bonifiche del territorio apuano, con collegamenti a livello regionale e nazionale. Del resto, l’ultimo aggiornamento dello studio epidemiologico nazionale Sentieri, coordinato dall’Istituto superiore di sanità, parla chiaro: a Massa-Carrara sono confermati eccessi di mortalità e di ricoveri ospedalieri per malattie tumorali e non tumorali e ben 314 casi di malformazioni congenite dal 2002 al 2015, spesso riconducibili all’inquinamento chimico residuo della zona industriale. Le recenti analisi sulla falda Sin/Sir, inoltre, confermano una situazione di grave contaminazione che richiede interventi urgenti, anche se le bonifiche, partite troppo in ritardo. Bigini queste cose le sa bene. Ad ispirargli “Morte-Dison”, infatti, è stato il film “Erin Brockovich” (2000), interpretato da Julia Roberts, che racconta la storia vera di una giovane madre in lotta contro una grossa industria che con i suoi scarichi ha inquinato le falde della cittadina californiana di Hinkley, provocando tumori e morte tra gli abitanti. «Allo stesso modo -osserva Bigini- le industrie apuane della chimica hanno avvelenato il nostro territorio ed ancora oggi uccidono la popolazione ed inquinano falde, corsi d’acqua e terreni». Nel film la class-action promossa dalla Brockovich aveva successo ed i 634 cittadini ammalatisi per le acque contaminate ottenevano un risarcimento di 333 milioni di euro. —David Chiappuella
 

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