Il Tirreno

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“Dieci metri più avanti”. In un cortometraggio la città inaccessibile

C.P.
“Dieci metri più avanti”. In un cortometraggio la città inaccessibile

Massa, dagli autobus senza pedana ai marciapiedi privi di scivoli: il docufilm di Ceccarelli e Bigini sulle barriere architettoniche

19 novembre 2018
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MASSA.
Tra le zone meno accessibili di Massa ci sono via Bassa Tambura, via Fermi e il ponte Trieste. Più inclusivo e facilmente transitabile per una persona con disabilità motoria è invece il centro storico. Ma nel suo complesso la città di Massa non sembra così accogliente per chi è costretto a muoversi su una carrozzina.

Lo racconta Daniele Carmassi, responsabile di Afaph, l’associazione delle famiglie portatori di handicap che sul territorio è impegnata da anni con iniziative e campagne di sensibilizzazione. Carmassi, ex consigliere comunale, ha preso parte al cortometraggio “Dieci metri più avanti”, a cura di Franco Ceccarelli e Franco Bigini per il partito di Forza Italia. Un cortometraggio per denunciare le condizioni di vita di una persona che vorrebbe gestire in maniera autonoma la propria disabilità. Ma che attualmente è obbligata a chiedere sostegno e attenzione da parte degli organi competenti. Nel caso del cortometraggio, in particolare, l’amministrazione comunale e la Ctt Nord, l’azienda di trasporto locale che opera in provincia. Ieri quindici persone hanno realizzato il filmino per testimoniare le diverse barriere architettoniche presenti nel comune.

«In largo Matteotti – spiega Franco Ceccarelli – per prendere l’autobus c’è bisogno di andare dieci metri più avanti rispetto alla fermata, impegnata dal semaforo e dalle strisce pedonali. Più avanti però non c’è lo scivolo del marciapiede e quasi sempre l’autobus che si ferma non ha una pedana che permetta all'autista di far salire la persona disabile». Ad occuparsi della ripresa video Franco Bigini, che attraverso un drone ha anche realizzato riprese dall'alto per il documentario che si propone di approfondire uno spaccato di vita quotidiana di un comune cittadino che ha un handicap.

«La maggior parte delle fermate non è accessibile – spiega Daniele Carmassi - tanti autobus non hanno la pedana e non essendoci del personale formato a bordo, anche le persone che da fuori vogliono aiutare il disabile a salire sul pullman non possono farlo non essendo assicurate». Dall'associazione la piena disponibilità a partecipare ad incontri con i tecnici incaricati di rendere più inclusiva la città. Dagli organizzatori l'annuncio che molto presto il documentario verrà pubblicato. — C.P.


 

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