L'incidente
Massa
«Aiuto, muoio per colpa dell’amianto»
Un nuovo appello dell’operaio Sanac malato di asbestosi a cui l’Inps nega il prepensionamento.
03 luglio 2017
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MASSA. Mesotelioma, cancro polmonare, asbestosi: sono i nomi delle malattie provocate dall’esposizione all’amianto. Patologie gravissime e subdole, che spesso si manifestano dopo anni, decenni, dalla esposizione. E che qui a Massa Carrara, come in altre zone d’Italia, continuano a mietere vittime e a fare registrare sempre nuovi casi.
Gianfranco Giannoni, 60 anni, dipendente della Sanac, è uno dei malati “asbesto-correlati”. E la sua storia ha contorni abbastanza incredibili. Perchè, anche se la sua patologia è stata riconosciuta ormai dal 2000, anche se appare ovvio che, nelle sue condizioni, continuare a lavorare in un ambiente poco salubre, non può andare in pensione. L’Inps continua a non riconoscer quello che per l’Osservatorio nazionale amianto (Ona) – che sta combattendo da anni una battaglia legale a fianco del lavoratore – è un diritto, oltre che, prima ancora una cautela sanitaria elementare.
Così, ora, Giannoni torna a fare sentire la sua voce. Con un appello drammatico: «Muoio per amianto, la legge è dalla mia parte ma l’Inps non la applica». Nonostante «la mia patologia sia stata diagnosticata da anni e un giudice l’abbia riconosciuta in una sentenza contro l’Inps – prosegue – continuo a lavorare in un ambiente malsano, quando invece, al fine di azzerare il rischio, sarebbe opportuno stare lontano dalle polveri, soprattutto da quelle contenenti amianto e dai luoghi di lavoro nocivi. Chiedo giustizia e pretendo che vengano rispettati i miei diritti, non solo per me, ma anche per tutti quei lavoratori che sono nella mia stessa condizione. Mi rivolgo a tutte le istituzioni e ai loro autorevoli rappresentanti, affinché il mio appello con cada nel vuoto».
«Questo lavoratore – spiega Ezio Bonanni , presidente dell’Ona – ha ottenuto dopo una odissea giudiziaria, il definitivo riconoscimento della sua asbestosi come malattia professionale. Avrebbe diritto ad ottenere l’immediato pensionamento in base all’art. 1, comma 250, Legge 232/16, ma l’Inps rifiuta di dare applicazione a questa norma, perché sostiene che mancano ancora i decreti attuativi. Ma la legge è legge, è chiara e va applicata – prosegue l’avvocato Bonanni – Giannoni ha dovuto sostenere una causa per avere i benefici amianto; l’Inps è stata condannata dal tribunale. Quando si è ammalato l’Inail ha negato che fosse affetto da asbestosi e abbiamo dovuto vincere la causa con relativa sentenza di condanna e solo allora ha ottenuto parte dei suoi diritti. Ora che deve andare in pensione, l’Inps dice che non c’è il decreto per attuare la legge, ma la legge è chiara e lui ha diritto ad andare in pensione. Ricorreremo subito alla Magistratura, con una procedura d’urgenza».
Intanto proseguono le attività dello sportello amianto. Dice Antonella Franchi, coordinatrice nazionale dell’Ona: «Negli ultimi tempi sono stati registrati 30 nuovi casi di patologie asbesto-correlate dallo sportello amianto costituito dall’Ona in collaborazione con il Comune di Massa. Per fortuna non sono tutti casi mortali, ma certamente l’Inail non potrà non considerare questi nuovi casi e riconoscere la rendita alle vittime e ai familiari, e cercheremo anche di verificare se ci sono responsabilità penali».
Ed è anche per questo che l’Osservatorio Nazionale Amianto ha sollecitato in questi giorni il sindaco Alessandro Volpi, che a suo tempo si fece promotore del tavolo inter-istituzionale, a chiedere una nuova sessione per la prosecuzione dei lavori del tavolo tecnico.c.f.
Gianfranco Giannoni, 60 anni, dipendente della Sanac, è uno dei malati “asbesto-correlati”. E la sua storia ha contorni abbastanza incredibili. Perchè, anche se la sua patologia è stata riconosciuta ormai dal 2000, anche se appare ovvio che, nelle sue condizioni, continuare a lavorare in un ambiente poco salubre, non può andare in pensione. L’Inps continua a non riconoscer quello che per l’Osservatorio nazionale amianto (Ona) – che sta combattendo da anni una battaglia legale a fianco del lavoratore – è un diritto, oltre che, prima ancora una cautela sanitaria elementare.
Così, ora, Giannoni torna a fare sentire la sua voce. Con un appello drammatico: «Muoio per amianto, la legge è dalla mia parte ma l’Inps non la applica». Nonostante «la mia patologia sia stata diagnosticata da anni e un giudice l’abbia riconosciuta in una sentenza contro l’Inps – prosegue – continuo a lavorare in un ambiente malsano, quando invece, al fine di azzerare il rischio, sarebbe opportuno stare lontano dalle polveri, soprattutto da quelle contenenti amianto e dai luoghi di lavoro nocivi. Chiedo giustizia e pretendo che vengano rispettati i miei diritti, non solo per me, ma anche per tutti quei lavoratori che sono nella mia stessa condizione. Mi rivolgo a tutte le istituzioni e ai loro autorevoli rappresentanti, affinché il mio appello con cada nel vuoto».
«Questo lavoratore – spiega Ezio Bonanni , presidente dell’Ona – ha ottenuto dopo una odissea giudiziaria, il definitivo riconoscimento della sua asbestosi come malattia professionale. Avrebbe diritto ad ottenere l’immediato pensionamento in base all’art. 1, comma 250, Legge 232/16, ma l’Inps rifiuta di dare applicazione a questa norma, perché sostiene che mancano ancora i decreti attuativi. Ma la legge è legge, è chiara e va applicata – prosegue l’avvocato Bonanni – Giannoni ha dovuto sostenere una causa per avere i benefici amianto; l’Inps è stata condannata dal tribunale. Quando si è ammalato l’Inail ha negato che fosse affetto da asbestosi e abbiamo dovuto vincere la causa con relativa sentenza di condanna e solo allora ha ottenuto parte dei suoi diritti. Ora che deve andare in pensione, l’Inps dice che non c’è il decreto per attuare la legge, ma la legge è chiara e lui ha diritto ad andare in pensione. Ricorreremo subito alla Magistratura, con una procedura d’urgenza».
Intanto proseguono le attività dello sportello amianto. Dice Antonella Franchi, coordinatrice nazionale dell’Ona: «Negli ultimi tempi sono stati registrati 30 nuovi casi di patologie asbesto-correlate dallo sportello amianto costituito dall’Ona in collaborazione con il Comune di Massa. Per fortuna non sono tutti casi mortali, ma certamente l’Inail non potrà non considerare questi nuovi casi e riconoscere la rendita alle vittime e ai familiari, e cercheremo anche di verificare se ci sono responsabilità penali».
Ed è anche per questo che l’Osservatorio Nazionale Amianto ha sollecitato in questi giorni il sindaco Alessandro Volpi, che a suo tempo si fece promotore del tavolo inter-istituzionale, a chiedere una nuova sessione per la prosecuzione dei lavori del tavolo tecnico.c.f.