Il Tirreno

Carrara

Cave, in un libro la tragica antologia di centinaia di morti 

Cave, in un libro la tragica antologia di centinaia di morti 

La ricostruzione di Beniamino Gemignani, che ridà un volto e la storia personale a tutte le vittime dall’Unità d’Italia a oggi

01 giugno 2017
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CARRARA. Ora anche le cave hanno la loro amara, tragica antologia di Spoon River. Quello che ha scritto Beniamino Gemignani, storico e appassionato della nostra città, è un libro che mancava. Si intitola “Il lavoro e i suoi martiri nelle cave apuane e di Garfagnana” (Società editrice apuana) e ricostruisce non solo le decine, anzi, centinaia di incidenti mortali dall’Unità d’Italia a oggi, ma soprattutto dà un nome e racconta chi erano le vittime.

Come sottolinea nella sua prefazione il presidente della Regione Enrico Rossi, «La bella pubblicazione di Beniamino Gemignani dedicata ai martiri del lavoro nelle cave apuane e di Garfagnana è un libro che scuote il lettore e non molla la presa fino alla fine. La catena di eventi tragici che accompagna la storia dell’estrazione del marmo - dalle Naves Lapidariae fino ad oggi - dipana un filo rosso che i numeri delle statistiche non possono rappresentare. Ad ogni nome si affianca una breve descrizione dell’accaduto, del luogo, delle circostanze, del dolore e della irreparabile tragedia familiare e delle reazioni dei sindacati e dei lavoratori.

È un quadro storico che illustra anche lo sviluppo delle forme di proprietà ed organizzazione del lavoro, le vicende del Paese, le svolte politiche, lo sviluppo tecnologico, l’accrescimento della capacità estrattiva che l’Autore definisce a ragione furore produttivo. In questa vasta ricostruzione - aggiunge Rossi - quello che più colpisce è il ricorrente appello, dopo ogni tragedia, affinché sia davvero l’ultima. Quasi un rituale di impotenza. È ora di spezzare questo circolo di apparente fatalità. Voglio ribadire quanto ho affermato anche di recente: di lavoro non si deve morire. Il diritto costituzionale al lavoro in sicurezza dev’essere tutelato e garantito nei fatti. Non possiamo aspettare altri morti, altri invisibili che si svelano solo nel momento della tragedia. Dobbiamo fare in modo che la sicurezza nelle cave prevalga sugli interessi sfrenati del profitto. Non basta più la solidarietà alle famiglie. Tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nelle cave è un valore non negoziabile intorno a cui tutto il ciclo produttivo del marmo dev’essere organizzato».


Aggiunge Giorgio Lindi, presidente dell’Anpi di Carrara: «Lo studio di Beniamino Gemignani sul “Il Lavoro e i suoi Martiri nelle Cave Apuane e di Garfagnana” colma una lacuna che solo ora, con la comparsa di questo volume ci appare in tutta la sua gravità. È stato studiato il mondo delle cave e del lavoro del marmo sotto ogni possibile punto di vista, ci sono volumi su volumi anche di secoli fa su questa materia, ma mi sembra che mai si sia pensato di dedicare tutta l’attenzione necessaria, in modo sistematico, al problema dei problemi, cioè quello delle morti (e degli infortuni) alle cave, dal momento dell’estrazione, il più pericoloso seguendo tutta la filiera della lavorazione del marmo, fino alle sue molteplici destinazioni finali. Uno studio perciò meritorio che rende il dovuto riconoscimento al sacrificio della vita di tanti lavoratori spinti ad affrontare con consapevolezza il pericolo mortale che correvano alle cave, alle lizze, nei laboratori e nelle segherie, per poter sostentare le loro famiglie». (m.b.)

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