Il Tirreno

Lucca

la testimonianza  

Mister Roberto Gatti Una vita fra due passioni il calcio e la cantina

Luca Tronchetti
Mister Roberto Gatti Una vita fra due passioni il calcio e la cantina

01 dicembre 2019
3 MINUTI DI LETTURA





LUCCA. Una vita a rincorrere le sue grandi passioni: il calcio e il vino. Perché Roberto Gatti, 55 anni, ex difensore centrale negli anni Ottanta con debutto in B a Varese nella stagione 1983-84, ha alternato pallone ed enoteca vivendo - lui piemontese doc - tra la Lombardia e la Svizzera. Un calcio senza pressioni dove si predilige l'organizzazione all'agonismo. Come nelle botti di rovere si conserva il vino doc così nelle cantere elvetiche o della "Longobardia" si formano i calciatori del domani. Gatti a Lugano ha cresciuto ex nazionali svizzeri che hanno frequentato a lungo il massimo campionato italiano come Behrami e Padalino. «Giocavo al centro della difesa e al Varese ho avuto autentici maestri come il povero Catuzzi, Peo Maroso, Balestra, Canali ed Edy Reja. Proprio l'ex tecnico di Lazio e Atalanta è stato fondamentale per la mia futura carriera. Nel 1988 con il Varese sprofondato in C2 mi disse che il club stava fallendo e sarebbe stato meglio trovarmi un'altra collocazione».

La Svizzera era a due passi e così l'approdo nel campionato elvetico fu naturale. «Giocai sino a 30 anni tra Lugano e Chiasso in serie B. Poi, a causa di una serie di infortuni, finii per fare l'allenatore». Prima nel settore giovanile del Chiasso e poi in prima squadra. «Ho portato la formazione del Canton Ticino dalla Prima Divisione alla serie A. Contestualmente ho aperto un'enoteca a Varese». Dopo Chiasso l'esperienza nel settore giovanile del Lugano e un paio di esperienze sulla panchina della prima squadra. «Quando il calcio svizzero mi stanca torno in Lombardia per guidare squadre dilettantistiche. Qualche anno fa ho portato l'Inveruno dall'Eccellenza alla D e abbiamo disputato i playoff. Ho poi guidato formazioni lombarde di Promozione come la Mozzatese e la Vergiatese che lo scorso anno ho portato in Eccellenza». Quest'anno è arrivata la chiamata della Caronnese. «Una società tra le più organizzate tra quelle dilettantistiche. Si è affidata ad un ds importante come Raffaele Ferrara e in questi anni si è sempre piazzata nei playoff. Obiettivo è provare a conquistare la promozione nei professionisti in due stagioni. Siamo una squadra giovane con otto over in rosa. Prediligo il 4-3-1-2 e la presenza in squadra di un trequartista particolarmente dotato come Corno mi consente di attuare il pressing alto».

Oggi arriva la Lucchese, per Caronno Pertusella è festa grande: «Ospitare squadre gloriose come il club rossonero per questa società è motivo di orgoglio. Abbiamo 4-500 tifosi che riempiranno il nostro stadio. Chi vincerà il campionato? Prato e Sanremese mi hanno fatto una gran bella impressione, ma noi in casa abbiamo sofferto solo col Seravezza Pozzi. La Lucchese? L'ho vista in TV e l'ho studiata. Se da 7 partite non perdono un motivo ci sarà. È una squadra solida che concede poco. Dobbiamo stare molto attenti perché giocando con due mezz'ali offensive rischiamo molto in fase di ripartenza avversaria con la squadra che rischia di spaccarsi in due tronconi. Dei rossoneri, che a mio avviso sarebbero nei primissimi posti se non fossero partiti in ritardo, oltre alla difesa temo gli esterni Nannelli e sopratutto Remorini in grado di creare superiorità numerica. Una cosa è certa: noi non faremo pretattica. Sarà una partita da tripla». —

Luca Tronchetti

Primo piano
Ciclismo

Giro d’Italia 2024, la sesta tappa tutta in Toscana: gli orari e il percorso dettagliato