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Violenza

Lucca, c’è un secondo pestaggio a carico della banda di bulli. Il messaggio choc in chat: «Il prossimo sei tu»

di Pietro Barghigiani

	L'ospedale Meyer
L'ospedale Meyer

Sono tre i ragazzini che terrorizzano i coetanei a scuola: gli episodi sono stati ricostruiti dalla questura che ha mandato tutto alla Procura minorile

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LUCCA. È una banda di bulli capeggiata da un ragazzino che si atteggia a boss in classe e nei corridoi dell’istituto scolastico. E che anche dopo il pestaggio del 27 ottobre, la sera dello stesso giorno, ha preso di mira un altro coetaneo con un messaggio in chat eloquente: «Il prossimo sei tu».

Sono tre i protagonisti in negativo di due episodi finiti sul tavolo della Squadra Mobile e passati alla Procura del Tribunale per i minorenni per valutare provvedimenti che rischiano di essere blandi non essendo, sotto i 14 anni, per legge imputabili.

L’altro episodio

La novità che emerge dagli accertamenti degli investigatori è che dopo l’aggressione costata diversi giorni di ricovero al Meyer per un 12enne e un mese di prognosi per le fratture alle mandibole, i bulli violenti hanno picchiato un altro ragazzino. Se a fine ottobre si erano mossi in tre, nell’ultimo raid, più recente, sarebbero stati in due a colpire senza remore un coetaneo. Il sistema non cambia. Prendono di mira un bersaglio a scuola e lo puntano fino a sopraffarlo con la violenza.

Se dalla dirigenza scolastica a cui fa capo la scuola media “Leonardo Da Vinci” di San Concordio non arrivano commenti sulla vicenda, è tanta la voglia di denunciare e parlare tra i genitori. C’è chi teme che la prossima vittima possa essere il proprio figlio e chi non ritiene più sicuro mandare a scuola i ragazzi che potrebbero incrociare il gruppetto che terrorizza la scuola. Da quello che filtra in ambito scolastico, i tre picchiatori non potrebbero più andare in bagno da soli. “Neutralizzati”, quindi, nel luogo dove spesso nascono e si consumano vendette e scaramucce. E dove, spalleggiandosi a vicenda, con il “boss” a comandare le rappresaglie, minacciano e intimidiscono.

Cosa era successo: la partita di pallone

Il pestaggio con la frattura alle ossa del volto del 12enne, conosciuto come un ragazzo tranquillo e che non ha mai dato problemi, sarebbe maturato fuori dalla scuola. Durante una partita di calcio si sarebbero presi e dopo essere stati divisi dall’allenatore i tre bulli l’avrebbero giurata all’avversario.

Il giorno della spedizione punitiva hanno preso il bus alla fermata della frazione in cui risiedono per dirigersi verso il quartiere in cui vive il 12enne. Qualche chilometro, una manciata di minuti. Sono scesi e l’hanno cercato fino a trovarlo nei pressi di un’area priva di telecamere e in quel momento senza testimoni. L’hanno massacrato di botte costringendolo ad andare al pronto soccorso del San Luca e poi al Meyer di Firenze dove è stato dimesso con 30 giorni di referto. Non può masticare, né parlare senza dolore.

Le mascelle rotte con una scarica di calci e pugni che per movente ed età degli aggressori lascia senza parole. Una furia da branco contro una vittima che non poteva difendersi.

Gli episodi sono stati ricostruiti dalla questura che ha mandato tutto alla Procura minorile per la valutazione di eventuali misure nei confronti dei minorenni e delle famiglie. Dalla segnalazione ai servizi sociali ad altre forme di sostegno-tutela per ragazzini. Alunni delle medie che si nutrono di violenza e la esercitano senza alcun filtro contro i coetanei che di volta in volta decidono di far diventare avversari da punire.

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