La tragedia
Lucca, addio allo storico chiosco di bomboloni: Piero chiude dopo settant’anni
Ha conquistato cuori e palati di generazioni intere, ma ha perso contro la burocrazia: il messaggio dei titolari
LUCCA. Certo non sarà come se chiudesse il Gambrinus a Napoli o il caffè Florian a Venezia. E è indubbio che i dolci che si mangiano qui non siano famosi come i macaron della Maison Laduréé di Parigi. Però... chi se lo scorda lo zucchero appiccicato fin sopra le gote (come si dice da queste parti) mentre i denti affondano nella pasta del bombolone bollente. Ma non si poteva aspettare che freddasse! C’era da mangiarlo subito il bombolone di Piero, appena fuori porta Santa Maria: con quel che era costato di fatica a convincere i genitori a farselo comprare come merenda la domenica – e mica tutte – finita la passeggiata di rito in Fillungo!
Settanta anni di storie così da Piero. O anche un po’ diverse. Ma indubbiamente dolci. E ora? Ora il chiosco “Specialità da Piero”, ma per tutti e per generazioni il “chiosco dei bomboloni di Piero” chiude. Per sempre.
Le parole e la scelta
Ad annunciare la notizia la famiglia Pepi, il titolare Luca e i familiari – Luana, Eugenio e Sonia – che hanno portato avanti l’attività fino ad ora. «La Era il lontano 1955 quando mio nonno aprì questa attività – scrive Luca Pepi – Oggi siamo ad annunciare con grande rammarico la chiusura definitiva. Allora, appena fuori Porta Santa Maria, batteva il cuore della comunità popolare lucchese: un lungo susseguirsi di banchi e venditori ambulanti che collegavano la città a Borgo Giannotti, trovando la loro massima espressione nei festeggiamenti del Settembre Lucchese, con il parco giochi e i mercati delle fiere lungo tutto il tratto dagli spalti da Porta Santa Maria fino a Porta San Iacopo». Ma quest’anno il chiosco non sarà aperto per il Settembre Lucchese. «Proprio qui, per 70 anni, la nostra famiglia ha custodito l’ultimo avamposto di quella tradizione popolare – prosegue Pepi – Frati, bomboloni e cannoli sono stati non solo dolci, ma simboli di un pezzo di Lucca: i ragazzi della vicina scuola, i commessi e gli artigiani che parcheggiavano nel polveroso sterrato degli spalti, le famiglie lucchesi e i visitatori di passaggio… tutti hanno trovato qui un sapore che sapeva di casa e di ricordi».
Un punto di riferimento e la battaglia legale
Quello che è «un punto di riferimento della memoria collettiva di Lucca» ha combattuto per resistere. Non alla crisi, ma alla burocrazia. E ha perso.
«Dopo una lunga battaglia legale con il Comune, iniziata nel 2018 con la richiesta di demolizione e il successivo blocco delle concessioni, nel 2024 è arrivata la conferma dell’impossibilità di proseguire e, di conseguenza, della chiusura definitiva. Non avendo trovato nessuna soluzione alternativa dopo incontri che di certo non davano niente di definito, dove nemmeno nostre proposte di spostamento con strutture adeguate nell’immediato circondario sono state valutate e dopo un ulteriore richiesta di rimozione del manufatto, abbiamo dovuto nostro malgrado annunciare la chiusura di questa attività nata chiosco e che così doveva rimanere. Per questo, fieri di aver svolto quest’attività a conduzione familiare, con orgoglio e infinita gratitudine per l’affetto che la nostra clientela (e non solo) ci ha sempre dimostrato, prima dello smantellamento definitivo vogliamo lasciare un ricordo condiviso. Vogliamo festeggiare insieme a tutta la cittadinanza la nostra 70nnale storia con una foto collettiva. Vi invitiamo tutti il 30 agosto alle 18, davanti al chiosco, per l’ultima grande foto insieme».