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Tribunale

Commerciante annegato nel lago a Massaciuccoli: l'amico condannato al risarcimento

di Pietro Barghigiani

	Enrico Bellandi
Enrico Bellandi

Enrico Bellandi cadde da un barchino durante un’escursione nel maggio del 2008

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ALTOPASCIO. Quello che era stato escluso in primo grado è stato ammesso, solo in minima parte, in appello. Nella causa civile sulla tragedia avvenuta a Massaciuccoli in occasione del “42° Palio della Madonna del Lago”, i giudici di secondo grado hanno riconosciuto un concorso di colpa della vittima: una quota calcolata del 20 per cento nel rovesciamento di un barchino guidato da un amico e sul quale era presente anche il figlio di 8 anni del proprietario.

Era il pomeriggio dell’11 maggio 2008 quando Enrico Bellandi, 55enne commerciante di fiori di Spianate, finì in acqua dopo il rovesciamento dell’imbarcazione. Si era alzato qualche secondo prima durante la navigazione. Un dramma consumato davanti a decine di spettatori della gara. Il corpo venne recuperato il giorno dopo.

Concluso in Cassazione il fronte penale con una sentenza di non doversi procedere per prescrizione (8 mesi per omicidio colposo in primo e secondo grado a carico di Giovanni Betti, 55 anni, origini altopascesi) con la piena conferma delle statuizioni civili, la causa dei familiari di Bellandi è andata avanti per il risarcimento del danno. Se in primo grado il Tribunale di Lucca aveva attribuito per intero la totale responsabilità dell’incidente in capo a Betti, la Corte d’Appello ha ritenuto sussistente un minimo concorso di colpa anche di Bellandi. Una modifica parziale dello scenario che ha come effetto quello di ridurre il risarcimento a favore degli eredi della vittima a una somma di circa 200mila euro, comprensiva anche del danno “da lucida agonia” per la consapevolezza atroce che l’uomo finito in acqua era cosciente della fine imminente.

I condannati sono il Fondo di Garanzia Vittime della Strada e il proprietario del barchino.

Bellandi, Betti e il figlio stavano assistendo in acqua al Palio che consisteva in una gara tra piccole imbarcazioni a remi. La sfida era quella di coprire la distanza tra le due sponde dello specchio d’acqua da Torre del Lago a Massaciuccoli. Il barchino a motore, senza assicurazione, né sistemi di sicurezza come i salvagenti, da Torre del Lago si stava recando verso Massaciuccoli quando si capovolse. Caddero tutti in acqua. L’unico a non riemergere fu Bellandi, entusiasta dell’invito ricevuto dall’amico Betti ad assistere al Palio.

La dinamica ricostruita anche con l’aiuto della consulenza cinematica in sede penale è stata acquisita dalla Corte d’Appello. Per i giudici il movimento di Bellandi «pur avendo sicuramente contribuito al ribaltamento del barchino (lungo 4, 99 mt, con il fondo piatto e i bordi bassi, come tutte le tipiche imbarcazioni da lago, nonché gravato a poppa del peso eccessivo di un motore di 25 cv sovradimensionato per l’imbarcazione e tale da alterarne la stabilità) , non ne era stata la concausa principale – si legge nella sentenza -. Atteso che la stabilità del barchino era stata alterata in via del tutto prevalente dalla velocità non idonea tenuta da (Betti, ndr) che, al fine di avvicinarsi al punto ove si stava svolgendo la gara per assistere alla stessa, aveva guidato alla velocità presunta di 15 nodi in un luogo ove quella di sicurezza consentita agli spettatori era di 4 nodi e che il movimento compiuto (da Bellandi, ndr) poteva unicamente provocare il rollio dell’imbarcazione ma non il rovesciamento» .

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