Il Tirreno

Lucca

La decisione

«Hai rotto il c...»: litiga con una collega e la riempie di insulti, tecnico della Snai licenziato

di Pietro Barghigiani

	La sede Snai di Porcari
La sede Snai di Porcari

Porcari, le frasi con parolacce pronunciate negli uffici davanti a una testimone. Il giudice ha dichiarato il provvedimento illegittimo, ma non ha reintegrato l’uomo

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PORCARI. Un litigio infarcito di parolacce sul posto di lavoro con una collega. Davanti a una testimone. Il nervosismo diventa rabbia scaricata contro una donna che gli aveva chiesto chiarimenti sulla qualità di un materiale su cui doveva lavorare. Uno sfogo in due tempi, proseguito anche quando la collega aveva chiesto chiarimenti sulla sfuriata che, per un dipendente della sede Snai di Porcari, è diventato un licenziamento.

Illegittimo ma resti fuori

Un provvedimento impugnato dall’uomo che ha avuto ragione sul punto dell’illegittimità dell’atto, ma per effetto della legge il giudice non lo ha reintegrato disponendo il pagamento a carico del datore di lavoro di 24 mensilità per circa 48mila euro. Licenziamento illegittimo, ma il lavoratore è fuori. La storia è ambientata nella sede Snai di Porcari. Lui era dipendente della Epiqa del gruppo Snaitech.

Le parole volgari

L’uomo, tecnico della fase di post produzione dei video che vengono girati negli ippodromi, lavorava in Snai dal 2011. Aveva ricevuto alcune contestazioni, ma di lieve entità. Il 21 ottobre 2023 l’episodio da cui tutto è nato. La collega aveva realizzato un servizio che doveva essere montato. Fa presente al tecnico che le immagini sono un po’ mosse e lui sbotta: «Ho capito hai rotto il c. ..o esci da questo ufficio». E ancora: «Devi andare a fare in c..o, esci dall’ufficio, non me frega un c...o se devi montare, torna quando non ci sono io». Il tentativo della collega di chiarire si conclude con la frase: «Mi importa una s..a se hai problemi, devi parlarne con il tuo responsabile».

La contestazione

Ricevuta la segnalazione dell’alterco, l’azienda contesta al tecnico di non poter «in alcun modo tollerare che un proprio dipendente utilizzi toni ed espressioni irrispettose e/o gravi insulti nei confronti dei propri colleghi, in aperto contrasto con gli obblighi cui è tenuto nella sua qualità di lavoratore subordinato. Lei, infatti, con tali gravi condotte ha violato i principi di correttezza, buona fede, diligenza, professionalità, lealtà e buona condotta».

Il precedente

Il giudice mette a confronto il caso in esame e un precedente del 2018 quando un dipendente ricevette una multa di 4 per aver detto pubblicamente: «Non vedo l’ora che ci mettano una bomba su questo posto di m...a». Per lui solo una multa. Per il tecnico il licenziamento. Atto illegittimo, ma non può tornare in Snai. 

I toni

Per il giudice del lavoro licenziare una persona che pure ha usato termini volgari contro una collega è un atto sproporzionato. Ma questo non fa scattare il reintegro in organico.«A prescindere dai toni sicuramente poco consoni utilizzati dal ricorrente, rientra in una dialettica quotidiana di confronto/critica tra colleghi anche alla luce dello svolgimento di mansioni differenti, il più tecniche, a fronte di lavori che comportano anche una certa esposizione dinanzi a terzi (si trattava di un servizio televisivo che doveva essere trasmesso in onda)» precisa la sentenza. Nel corso dell’istruttoria «è emersa, sia pure in termini più ridimensionati, la condotta contestata - prosegue -. Effettivamente vi fu un alterco con la collega tuttavia la gravità e i toni utilizzati, per quanto provato, non risultano proporzionali rispetto alla massima sanzione irrogata».

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